Tutte le migliorie della sport touring nipponica, la Yamaha Tracer 700, dopo il passaggio all'Euro5.
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La pandemia da Covid-19 ha indubbiamente costretto milioni di motoclistici a rimanere in casa, potendo solo sognare tutti i viaggi da fare in sella alle loro due ruote.
Le case motoristiche, tuttavia, non sono rimaste con le mani in mano, ed hanno infatti provveduto ad allestire i loro motoveicoli in attesa delle riaperture previste per il 2021.
In casa Yamaha, la sport touring di media cilindrata, l’iconica Yamaha Tracer 700, è già pronta ad affrontare le strade di tutto il mondo, anche dopo il suo passaggio alla motorizzazione Euro5. Vediamo tutti i dettagli della due ruote nipponica.
Con l’adeguamento Euro5 dell’apprezzatissimo propulsore CP2 da 689cc, la Yamaha Tracer 700 perde qualche cosa in termini di potenza, passando dai 75 ai 73cv a 8.750rpm. Invariata la coppia massima, che rimane di 68nm a 6.500rpm.
Il bicilindrico della Tracer è lo stesso motore che spinge la Yamaha MT07, sebbene sia stato opportunamento modificato per rispondere a delle esigenze più da touring. La risposta del motore è sempre quella da fun-bike, ma il lavoro svolto ai regimi medio-alti risulta più improntato verso un utilizzo prolungato del motoveicolo, lasciandosi preferire nei tratti di strada più lunghi. Lo stesso serbatoio risulta essere più capiente (17L della Tracer Vs.
i 14L della MT07).
Proseguendo dal confronto con la sorella naked, anche la ciclistica della Yamaha Tracer 700 risulta essere un’ibrido, pensata sia per l’utilizzo cittadino/quotidiano che per la percorrenza di tratti medio-lunghi.
Il telaio tubolare in acciaio offre una posizione di guida comoda, non votata alla guida sportiva (fun-bike sì, sportiva, anche no), con una sella estremamente comoda anche per un eventuale passeggero. Ottima la protezione dall’aria, con un cupolino regolabile in 2 altezze.
Le sospensioni (probabilmente il punto debole di tutte le motociclette Yamaha nella loro versione base) scoprono il fianco ad una qualità non eccelsa: un problema tranquillamente risolvibile acquistando la versione GT, ma da segnalare sulla versione base.
Siamo infatti di fronte ad una forcella telescopica a cartuccia da 41mm all’anteriore, mentre per quanto riguarda il posteriore, ad un semplice monoammortizzatore regolabile in precarico ed estensione.
Buona l’escursione (130mm d’avanti e 142mm dietro), pensata anch’essa per passare agevolmente dalla città, al misto stretto fino ad arrivare alle lunghe (ma non troppo) passeggiate in autostrada.
Entrambi i cerchi sono da 17′, con una gommatura di 120/70 e 180/55, questi ultimi sono controllati da un impianto frenante di tutto rispetto, con un doppio disco da 283mm all’anteriore ed un disco singolo da 245mm al posteriore, il tutto con l’ausilio dell’ABS.
Da segnalare, tuttavia, un pacchetto elettronico spartano: tolto l’anti-bloccaggio dei freni, risultano assenti sia il controllo di trazione che il Ride by Wire.
Totale assenza anche delle mappe motore.
Lo schermo LCD merita di essere menzionato: ben visibile anche con una forte luce e completo di tutto (contagiri, tachimetro, serbatoio, marcia inserita, dati di viaggio, temperature)
Senza dubbio una delle moto con il miglior rapporto qualità prezzo, la Yamaha Tracer 700 si presenta sul mercato con un prezzo di listino di 8.499€ nella sua versione base.
C’è ben poco da commentare: la qualità presenta sulla due ruote nipponica vale assolutamente il prezzo proposto, la tracer può essere utilizzata per fare tutto, pur non eccellendo in nulla. L’unico vero difetto riscontrabile sono le già citate sospensioni, ma nel caso in cui si preferisca una comodità ulteriore, è presente la versione GT, da 9.199€, la quale monta sospensioni Kayaba di maggior qualità. In ultimo, occhio all’elettronica, completamente assente al di fuori dell’ABS. Non un problema, certo, ma un qualcosa da ricordarsi sempre quando si è in sella.
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