Vespa: iscrizione al registro storico

Un’icona, un pezzo di storia del nostro Paese, un mito del motociclismo mondiale: la Vespa è tutto questo e molto di più, al punto di meritarsi linee di gadget, abbigliamento e addirittura una canzone, come succede per le grandi moto americane. Anche se la Piaggio ha provato a rilanciare sul mercato nuovi modelli, l’attenzione degli appassionati di scooterismo continua ad essere soprattutto centrata sui modelli storici, quelli che hanno davvero fatto la fortuna della casa di Pontedera.

Da qualche anno esiste anche un Registro Storico Vespa. Vediamo cos’è e come funziona.

Che cosa è il Registro Storico Vespa

Il Registro Storico Vespa è nato nel lontano 1980 durante un Congresso del Vespa Club d’Italia a Legnago. Il suo scopo è quello di tutelare e diffondere la conservazione e il restauro delle Vespe d’epoca. La costituzione del Registro è un passaggio fondamentale che sta alla base della crescita esponenziale che il collezionismo Vespa ha avuto nel corso degli anni. Per inciso, è uno dei primi esempi di registri di Marca nel mondo.

Il Registro Storico Vespa raccoglie le foto dei veicoli. Nel corso del tempo ha realizzato un vero e proprio “archivio storico” di questo motociclo, non soltanto censendo i mezzi sulla base del numero di telaio, ma costruendo un ampio archivio fotografico.

Il Registro Storico Vespa organizza manifestazioni, mostre ed esposizioni in occasione di eventi particolari di risonanza internazionale. In questo modo, l’interesse per la Vespa è diventato quasi un fenomeno virale anche all’estero. Dal 1988 è stata istituita una apposita manifestazione: il “Raduno Internazionale Registro Storico Vespa”.

Quanti anni devono trascorrere prima di poter iscrivere il veicolo?

La prima cosa da considerare è che il Registro Storico Vespa è associato alla Federazione Motociclistica Italiana (F.M.I) fin dal 2004 e ha una procedura semplificata di registrazione. In generale, per poter considerare un veicolo di interesse storico devono trascorrere venti anni dalla data di fabbricazione. A quel punto può essere richiesta l’iscrizione all’apposito registro storico nazionale. L’iscrizione al Registro Storico Vespa, invece, è consentita ai soli veicoli prodotti dal 1946 al 1993.

Omologare una Vespa con il Registro Storico non significa automaticamente avere la registrazione FMI. Questa può essere ottenuta, con procedura semplificata curata dal Registro Storico Vespa, ma solo su richiesta del proprietario. Ultima nota informativa: dopo 30 anni dalla data di fabbricazione, il veicolo passa da interesse storico a moto d’epoca.

Quanto è la quota di iscrizione al Registro Storico?

L’omologazione della Vespa presso il Registro Storico ha un costo di 60 euro. A queste, tuttavia, si devono aggiungere le spese di iscrizione al registro storico nazionale FMI. L’iscrizione ha un costo di ulteriori 60 euro una tantum, ma a questa si deve aggiungere l’iscrizione a un motoclub storico. Il costo è variabile, ma per legge non può superare i 100 euro.

Che documentazione occorre per poter iscrivere il veicolo?

La procedura per iscrivere il veicolo al Registro Storico Vespa è piuttosto semplice. Basta riempire una domanda, alla quale dovranno essere allegati:

  • il numero di telaio con relativi prefissi
  • il numero di motore con relativi prefissi
  • la documentazione fotografica, che è indispensabile per poter procedere con la procedura di omologazione. E’ tassativo produrre una foto della Vespa prima del restauro, più ulteriori due foto (una per il lato destro e una per il lato sinistro).
  • la ricevuta del pagamento di 60 euro

All’esito positivo dell’iscrizione viene rilasciato un documento di omologazione, con le annotazioni e le osservazioni del Registro. Ci sono tre livelli di omologazione:

  • alla terza categoria di omologazione vengono iscritti i veicoli che presentano dei difetti. Questi difetti vengono annotati e comunicati al proprietario. Se i difetti vengono sistemati, si può poi chiedere una omologazione per una categoria superiore;
  • alla seconda categoria vengono iscritti i modelli che hanno un buon livello di restauro e sistemazione;
  • alla prima categoria vengono iscritti tutti i modelli che hanno condizioni perfette di restauro e caratteristiche che corrispondono in tutto e per tutto all’originale. L’iscrizione alla prima categoria ha una procedura un po’ più complicata. In prima battuta, infatti, viene rilasciata – sulla base dell’esame della sola documentazione – una certificazione di registrazione in seconda categoria con proposta per la prima. Per avere la definitiva collocazione in prima categoria servirà un esame dal vivo del veicolo, curato da due commissari.

Come considerare il veicolo di interesse storico o di interesse collezionistico

Sotto il profilo strettamente tecnico, un veicolo diviene di interesse storico quando supera i venti anni dalla data di fabbricazione e viene iscritto in un apposito registro storico. Abbiamo già visto come il Registro Storico Vespa sia affiliato alla FMI, ma questa istituzione non è l’unica che può rilasciare l’iscrizione a un registro storico. Un servizio analogo (con costi lievemente diversi, ma sostanzialmente comparabili) viene erogato dall’Automotoclub Storico Italiano (ASI).

Qualunque sia l’ente che lo rilascia, l’attestato di storicità consente al proprietario di un mezzo di interesse storico di circolare liberamente. Le norme che regolano la circolazione di questi veicoli sono però dettate dalle Regioni, per cui si riscontrano a livello nazionale non poche differenze su questi aspetti.

Un veicolo con dichiarazione di storicità ha alcuni vantaggi. Prima di tutto sullassicurazione, che ha un costo molto inferiore al normale. I motivi sono presto detti: primo, perchè è soggetta ad una sola classe di merito, essendo esclusa la modalità di bonus/malus. Inoltre, le occasioni per circolare con un veicolo di interesse storico sono minori, essendo sostanzialmente limitate ad alcune manifestazioni durante l’anno. Proprio per questo, però, è necessario fare particolare attenzione alla corretta indicazione di tutti coloro che guideranno il mezzo.

Anche il bollo presenta dei vantaggi, ma solo a partire dal trentesimo anno dall’ìmmatricolazione. Da quel momento in poi, il veicolo non sarà più soggetto al pagamento, che rimane invece obbligatorio fino al ventinovesimo.

E’ importante notare come queste norme valgano per auto e moto che sono dichiarati di interesse storico e collezionistico. La differenza con le auto d’epoca è decisiva, in questo contesto. Per poter essere dichiarati d’epoca, infatti, i veicoli devono avere trenta anni di anzianità. A questo punto possono essere cancellati dal PRA. Quindi non possono circolare, finendo per rendere più interessanti musei ed esposizioni in caso di raduni e incontri.

C’è un ultimo aspetto da considerare, non proprio piacevole per gli appassionati di mezzi storici. In virtù del redditometro, i nomi dei collezionisti potrebbero essere tra quelli individuati dall’Agenzia delle Entrate per un accertamento sintetico. Auto e moto, infatti, rientrano nell’elenco dei beni da tenere sotto controllo e il presupposto del legislatore è che chi possiede un mezzo di interesse storico ha disponibilità economiche che è opportuno indagare. Più che un presupposto, un pregiudizio, alla fin fine…

Scritto da Claudio Carpini

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