Il servizio taxi in Italia è molto utilizzato.
Vediamo nel dettaglio qual è il percorso necessario da fare per acquisire la licenza di tassista.
Il Taxi in Italia costituisce un mezzo di trasporto pubblico non di linea, il suo utilizzo è regolato dalla legge 21 del 1991. Per diventare tassisti bisogna avere un particolare tipo di patente, superare un esame ed iscriversi a un albo presso la propria Camera di Commercio. Il passaggio più complicato è il successivo, ovvero acquistare la licenza per esercitare la professione.
Sulla base di regolamenti stabiliti a livello regionale, le licenze vengono concesse dai comuni, sono rarissimi i concorsi per assegnarne di nuove. In alcune grandi città sono decenni che il numero di licenze rimane stabile e i loro proprietari le rivendono privatamente e spesso a prezzi altissimi quando decidono di andare in pensione o cambiare lavoro. Ne consegue che mantenere basso il numero di licenze, rappresenta l’unico modo che la categoria possiede per difendere i propri interessi.
Meno taxi ci sono, più lavoro avrà ogni singolo tassista e più varranno le licenze quando sarà il momento di venderle.
Oltre che della licenza ogni tassista è proprietario anche della autovettura. In base a ciò secondo la legge è possibile che per alcuni turni, il taxi venga guidato da un guidatore che sia diverso dal proprietario, titolare della licenza. I tassisti quindi possono essere equiparati ad artigiani o piccoli imprenditori e possono associarsi in cooperative.
Nell’ultimo decennio ci sono stati due principali tentativi di liberalizzazioni del servizio taxi. Il primo è stato quello dell’allora ministro per lo Sviluppo economico Pier Luigi Bersani nel 2006; il secondo tentativo di riforma del settore venne tentato dal governo Monti che all’inizio del 2012 cercò di agire proprio sul punto delicato di chi dovesse autorizzare l’aumento delle licenze. Ma entrambi si sono conclusi con un nulla di fatto.