Sentenza in Germania: diritto di accesso ai dati OBD per le officine indipendenti

Una nuova sentenza rafforza i diritti delle officine indipendenti in Germania, garantendo l'accesso ai dati di riparazione.

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Il contesto della sentenza

Recentemente, il Tribunale Regionale Superiore di Colonia ha emesso una sentenza che rappresenta una vittoria significativa per gli operatori dell’Independent Aftermarket (IAM) in Germania. Questa decisione conferma il diritto di accesso libero e incondizionato ai dati tecnici di riparazione (RMI) attraverso l’interfaccia di diagnostica di bordo (OBD). La disputa era sorta a causa delle restrizioni imposte da Stellantis Europe, che aveva contestato una precedente pronuncia, ma il tribunale ha ribadito l’importanza di garantire l’accesso ai dati per le officine indipendenti.

Implicazioni per il mercato automobilistico

La sentenza ha importanti implicazioni per il mercato automobilistico, poiché il libero accesso all’interfaccia OBD è considerato essenziale per consentire alle officine indipendenti di effettuare diagnosi, manutenzione e riparazioni sui veicoli moderni. Questo diritto non solo promuove la concorrenza, ma offre anche ai consumatori una maggiore scelta, permettendo loro di accedere a servizi di riparazione a costi potenzialmente inferiori. Kurt-Christian Scheel, amministratore delegato di ZDK, ha sottolineato come questa decisione rappresenti un bene sociale fondamentale per la mobilità a prezzi accessibili.

Reazioni e futuro dell’Independent Aftermarket

La reazione all’annuncio della sentenza è stata positiva tra le officine indipendenti, che vedono in questo un rafforzamento della loro posizione nel mercato. Scheel ha evidenziato che la libera concorrenza è cruciale per la sopravvivenza delle officine indipendenti e che l’accesso equo ai dati è essenziale per garantire ai consumatori una scelta informata. La sentenza invia un chiaro messaggio all’industria automobilistica: pratiche che limitano l’accesso ai dati non saranno tollerate.

Inoltre, le limitazioni giustificate da motivazioni di sicurezza informatica non saranno più credibili, specialmente con l’introduzione del certificato SERMI, che diventerà obbligatorio in Italia dal 1° febbraio 2025.