I segnali di divieto sono contemplati nel codice della strada e rappresentano la seconda categoria dei segnali di prescrizione.
I segnali di divieto sono contemplati nel codice della strada e rappresentano la seconda categoria dei segnali di prescrizione.
Assieme a loro compaiono i segnali di precedenza.
I segnali di divieto nel codice della strada hanno forma rotonda e sono caratterizzati tutti da pittogramma nero su fondo bianco con bordo rosso. Inoltre, hanno tutti una diagonale rossa a 45° da sinistra verso destra a partire dall’alto. Infine, il colore rosso deve ricoprire almeno il 35% della superficie del cartello. Degli esempi di divieto sono quelli di non fumare in un luogo chiuso o in presenza di sostanze infiammabili.
O ancora, il divieto di non entrare in un luogo se non si è addetti ai lavori o non si ha l’autorizzazione. In sintesi, quindi, sono regole create per proteggere le persone da situazioni rischiose.
Vi sono, poi, i segnali di divieto generici e i segnali di divieto specifici. I primi si riferiscono a “indicazioni” generali, come ad esempio il divieto di sorpasso, il divieto di accesso, il divieto di stare ad una distanza inferiore di “x metri” dal veicolo che precede.
Oppure ancora il limite di velocità, il divieto di svolta. I secondi, invece, si riferiscono soltanto ad alcuni soggetti, come ad esempio il divieto di transito ai pedoni, il divieto di transito autobus o camion. Oppure i segnali che indicano limitazioni a veicoli superiori a certe dimensioni o certi pesi.
Tra i segnali di divieto fanno parte anche quelli che indicano il divieto di sosta, di fermata e il passo carrabile (cartello tondo blu e rosso).
Particolare è, poi, il segnale che riporta la fine di un divieto. Esso è il cartello tondo bianco con scritta nera sbarrata. Di solito esso è affiancato dal segnale che indica via libera, cioè sottintende il termine di ogni divieto precedente.