Le differenze tra la segnaletica stradale verticale e quella orizzontale, nonché i segnali più diffusi
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Vi è una particolare differenza in ambito di segnaletica stradale: quella verticale e quella orizzontale.
Qui, è importante farvi attenzione non solo per chi guida ma anche per gli altri soggetti coinvolti. Scopriamo brevemente assieme che cosa sono e quali sono le loro funzioni.
La segnaletica verticale è l’insieme dei cartelli che si trovano sulle strade. Rientrano in questa categoria i segnali di pericolo, i segnali di prescrizione, i segnali di indicazione e i pannelli integrativi.
Interessante è ripercorrere la storia che ha portato all’evolversi e all’affermarsi della segnaletica verticale.
Il primo segnale rientrante in questa categoria fu quello che stava ad indicare il passaggio a livello. Agli inizi del Novecento, poi, il Turing Club Italiano creò una Commissione permanente per le segnalazioni stradali. Una Commissione che stabilì l’importanza di indicare con chiarezza le distanze, i passaggi a livello, le svolte, le direzioni e i diversi bivi. In pratica, la segnaletica stradale verticale era suddivisa in tre categorie principali: i segnali di direzione, i segnali di rallentamento ed i segnali di pericolo.
Infine, venne stabilito che a tali categorie dovesse essere assegnata una forma specifica: forma triangolare per i segnali di pericolo; freccia per quelli di direzione; circolare per quelli di prescrizione o di disciplina. Una suddivisione che, seppur evoluta, la si ritrova ancora oggi.
La segnaletica orizzontale è composta da tutte le strisce e le scritte che si possono incontrare sulla pavimentazione stradale. Esse hanno funzione di prescrizione o di indicazione e regolamentano la circolazione di veicoli e di persone.
Il termine “segnaletica orizzontale” è stato introdotto dal Codice della strada nel 1992 andando a sostituire l’espressione “segni sulla carreggiata”.
Parlando di segnaletica orizzontale, doveroso è un cenno a quella che è la gerarchia della segnaletica stradale. In ordine di importanza al primo posto della graduatoria si trova la segnaletica manuale degli agenti del traffico; segue la segnaletica luminosa (leggi semafori), quella verticale ed infine la segnaletica orizzontale.
I segnali di pericolo rientrano nella segnaletica verticale e sono facilmente riconoscibili. Hanno la classica forma triangolare con uno dei vertici verso l’alto e di norma sono posti a 150 metri dall’inizio del pericolo che vanno a segnalare. Tali segnali impongono un comportamento adeguato ai conducenti. Gli esempi sono numerosissimi: la strada deformata, il dosso, la curva pericolosa, la cunetta e il passaggio a livello. Ma anche l’attraversamento pedonale, la discesa pericolosa, la salita ripida, la strettoia, l’attraversamento dei bambini o quello degli animali, la caduta di massi, i lavori in corso e molti altri ancora.
Questi infatti sono solo alcuni dei segnali che rientrano in questa categoria.
Fanno inoltre parte della segnaletica stradale orizzontale, i cosiddetti segnali di prescrizione. Rientrano in questa categoria il segnale che indica di dare la precedenza e il segnale che intima di fermarsi (lo STOP, per intenderci). Ma anche l’intersezione con precedenza a destra e tutte le altre tipologie di intersezione. Tutti i divieti di transito, il divieto di sorpasso, il limite di velocità, i divieti di fermata e di sosta.
Infine, le frecce direzionali, il posto di blocco e la segnalazione di dogana.
I segnali di indicazione, invece, sono quei segnali che forniscono agli utenti della strada informazioni necessarie o utili per la guida. Essi, inoltre, sono necessari per l’individuazione di itinerari, località, servizi ed impianti stradali. I più diffusi riguardano la segnalazione di autostrade (cartelli verdi), di strade extraurbane (cartelli blu) e i cartelli per le indicazioni di località, i punti di interesse storico, artistico, culturale e turistico (cartelli marrone).
Ma anche i cartelli che indicano i cantieri temporanei (gialli).
La segnaletica orizzontale per eccellenza è quella dell’attraversamento pedonale: le strisce, per semplificare. Il colore normalmente usato è il bianco ma in alcune nazioni, o in alcuni casi particolari, viene utilizzato il colore giallo. Il blu, invece, è il classico colore che indica le aree dedicate ai parcheggi a pagamento.
Rientrano anche nella segnaletica orizzontale, le linee (bianche) che indicano il centro della carreggiata (le strisce di mezzeria).
Esse sono tratteggiate nelle zone a più corsie dove è consentito il sorpasso, continue nel caso il sorpasso sia vietato. Per enfatizzare questo concetto, vengono anche utilizzate le strisce continue doppie. In questo caso, il sorpasso è ancora più vietato e soprattutto può causare seri incidenti stradali. Quando invece ci sono due strisce longitudinali affiancate, di cui una continua e l’altra tratteggiata, il conducente deve considerare unicamente quella più vicina alla corsia che sta percorrendo.
Sono esempi di segnali orizzontali anche le strisce di margine, le frecce direzionali, in corrispondenza di incroci e le frecce di rientro, al termine di un tratto di strada in cui è consentito sorpassare. Ma anche le strisce di raccordo oblique e continue, le strisce di guida nelle intersezioni, le strisce che stanno a indicare le piste da seguire per il pagamento del pedaggio autostradale (giallo per Telepass, bianco per contatti e carte di credito, blu per i possessori di Viacard).
Infine, rientra in questa categoria la scritta STOP, la delimitazione delle piste ciclabili e la segnalazione (orizzontale) del passaggi a livello.
Dunque, ricapitolando, ai sensi dell’art. 38 del Codice, gli utenti della strada devono rispettare le prescrizioni rese note a mezzo della segnaletica stradale, sia essa verticale o sia orizzontale. La stessa norma stabilisce che le prescrizioni dei segnali verticali prevalgano su quelle dei segnali orizzontali.
Questo però non significa che la segnaletica orizzontale sia meno importante. Rispettare tutti i segnali introdotti dal Codice della Strada, infatti, è il primo indispensabile passo verso la sicurezza stradale, nei confronti di coloro che guidano, ma anche di tutti i soggetti coinvolti nell’evento.