La benzina ora ha raggiunto un costo che non ha subito particolari picchi come capitato negli anni passati, quando è arrivata a superare i 2 euro al litro, stando ora su una media di 1 euro e 84 centesimi al litro. In questo articolo vediamo come calcolare il rimborso chilometrico nel caso si utilizza l’auto per viaggi di lavoro.
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Rimborso chilometrico benzina: come si fa il calcolo
Il calcolo si fa partendo dalla Tariffa ACI per l’anno in corso, ovvero il 2024. Si pongono in prima analisi i chilometri che quell’auto andrà a percorrere di media per i viaggi lavorativi.
Si sa già una stima di quanto si viaggerà per commissioni lavorative se si è da diverso tempo all’interno di un’azienda.
La tabella recita i seguenti dati:
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5.000 km – 2,1819 €/km
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10.000 km – 1,4056
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15.000 km – 1,1469
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20.000 km – 1,0175
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25.000 km – 0,9399
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30.000 km – 0,8882
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35.000 km – 0,8512
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40.000 km – 0,8235
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45.000 km – 0,8019
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50.000 km – 0,7847
Di conseguenza le aziende si basano sulla stima chilometrica annua che il dipendente percorre per lavoro.
Ad esempio se il sig. Mario Rossi utilizza per lavoro la sua Mazda MX-5 2.0 Skyactive 184 cavalli e percorre 30.000 km l’anno per viaggi lavorativi, l’azienda baserà il costo al km su un valore di 0,8882 €/km.
Di conseguenza se è impegnato in un viaggio di 400 km si dovrà fare il calcolo 0,8882×400 che porterà ad un rimborso di 355,28 euro.
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Come avviene a livello fiscale
Il rimborso è deducibile è un certo limite, questo è di 17 cavalli fiscali per le auto a benzina e di 20 cv fiscali per quelle alimentate a gasolio.
Se si rientra nell’importo di 152,15 questo è deducibile dall’azienda e non imponibile per il dipendente. Se è tra 152,15 euro e 305,25 euro non è deducibile all’azienda e nemmeno imponibile al dipendente. Se supera i 305,25 euro questo è imponibile al dipendente.