Scopri come la riforma del codice della strada impatta l'uso della cannabis terapeutica.
Analisi delle recenti modifiche al codice della strada e il loro impatto sulla guida per chi utilizza cannabis a fini terapeutici.
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Negli ultimi mesi, il dibattito sulla riforma del codice della strada ha attirato l’attenzione di esperti e cittadini, in particolare per le nuove disposizioni riguardanti l’uso di sostanze psicotrope alla guida. La modifica dell’articolo 187 ha sollevato interrogativi sulla sua applicazione, specialmente per coloro che utilizzano cannabis a scopo terapeutico. La nuova formulazione prevede sanzioni automatiche per chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti, senza necessità di dimostrare uno stato di alterazione psico-fisica.
Questo cambiamento ha generato preoccupazioni e incertezze, soprattutto per i pazienti che si affidano alla cannabis per alleviare sintomi di malattie croniche.
La cannabis terapeutica ha dimostrato di offrire benefici significativi per molti pazienti, contribuendo a migliorare la qualità della vita e a gestire sintomi debilitanti. Tuttavia, la nuova legislazione non tiene conto delle differenze tra i vari composti della cannabis, come il THC e il CBD.
Mentre il THC è noto per i suoi effetti psicoattivi, il CBD è stato riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come privo di potenziale di abuso. La mancanza di una normativa chiara su come queste sostanze influenzano la capacità di guida crea un contesto di incertezza per i pazienti, che temono sanzioni ingiuste nonostante non siano un pericolo per la sicurezza stradale.
Per garantire la sicurezza stradale e tutelare i diritti dei pazienti, è fondamentale rivedere le attuali disposizioni del codice della strada.
Una possibile soluzione potrebbe essere l’introduzione di soglie di rilevanza per il THC e il CBD, simili a quelle già esistenti per l’alcol. Questo approccio consentirebbe di distinguere tra chi è realmente in uno stato di alterazione e chi, pur avendo assunto cannabis terapeutica, è in grado di guidare in sicurezza. Inoltre, sarebbe opportuno garantire la privacy dei pazienti, evitando che la loro condizione medica venga esposta durante il processo di rilascio o rinnovo della patente di guida.
Solo in questo modo si potrà trovare un equilibrio tra sicurezza pubblica e diritto alla salute.