Le fasi delicate che includevano molti marchi, purtroppo, stanno coinvolgendo anche la nuova Renault Megane e-Tech. I periodi di lavoro a orario ridotto non sono del tutto alle nostre spalle. Dopo i confinamenti per motivi sanitari, ora è la carenza di semiconduttori che mette sotto pressione l’industria automobilistica. Renault non è sfuggita a questa situazione e ha dovuto mettere in attesa la produzione della Renault Megane e-Tech, su cui si basano molte ambizioni.
Di fronte a questa situazione e per evitare una produzione fluttuante e costi inutili, il marchio ha deciso di fermare le linee di produzione del sito di Douai, nel nord della Francia. La conseguenza ovvia è che i 2.300 dipendenti della fabbrica saranno messi a lavorare a orario ridotto, mentre la compatta elettrica subirà senza dubbio un ritardo.
I primi esemplari della Renault Megane e-Tech arriveranno il prossimo mese
Questo arresto temporaneo, previsto dal 14 al 25 aprile, non dovrebbe ritardare le prime auto. Secondo Renault, saranno consegnate in tempo, e le prime chiavi saranno consegnate a maggio in Francia. Tuttavia, le prossime subiranno un inevitabile ritardo.
Questo è un nuovo granello di sabbia nella meccanica del programma di produzione del marchio francese. Oltre a questa carenza, la situazione in Ucraina priva Renault di molte parti. Questo è uno dei motivi per cui la fabbrica di Cléon, dove vengono prodotti i motori elettrici, ha dovuto chiudere lo scorso marzo.
Carenza di semiconduttori e magnesio: una grande preoccupazione
“È un problema che si pone oggi con i semiconduttori, ma domani sarà con il magnesio e poi con le terre rare. Questo rischio di carenza di magnesio, di cui la Cina detiene l’85% della produzione mondiale, è particolarmente acuto dallo scorso settembre”, ha detto Nicolas Morel, membro del comitato esecutivo di Stellantis e presidente del comitato tecnico automobilistico della PFA. “Quando e se saremo colpiti da questa problematica, dovremo riprogettare la sicurezza passiva dei nostri veicoli con acciai senza magnesio“.
Questa dipendenza dalla Cina è davvero problematica.