Nonostante siano passati ben 13 anni, la patente a punti continua a destare dubbi e perplessità.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza…
Dal 1° luglio del 2003, è stata inserita in Italia la patente a punti. Ad ogni automobilista inizialmente vengono attribuiti 20 punti che, in caso di infrazione delle norme del codice della strada, vanno a diminuire a seconda della gravità dell’infrazione stessa. In caso di perdita tutti i punti, si dovrà superare nuovamente sia l’esame di teoria che di pratica, in quanto l‘intera perdita comporta la revoca obbligata della patente.
Ovviamente, nel caso non fossero state commesse infrazioni dopo due anni, si maturano due punti “bonus” fino ad un massimo di 30 punti totali. Cosa molto importante è che gli automobilisti con meno di 20 punti, dopo due anni dall’ultima infrazione, tornano a vedere sulla loro patente tutti e 20 i punti. Un altro discorso vale per i neopatentati che, qualora non commettessero infrazioni con perdita di punti avranno diritto a un punto ogni anno per i primi tre anni dal conseguimento della patente.
Ci sono, inoltre, dei casi particolari a cui prestare molta attenzione. Vediamoli insieme:
Il proprietario del veicolo, nel caso in cui non sia avvenuta la contestazione immediata dell’infrazione, è obbligato a comunicare alla polizia stradale i dati di chi si trovava alla guida. In modo tale da sottrarre i punti dalla patente del conducente che ha commesso l’infrazione. Qualora il conducente non comunichi l’accaduto, non vengono sottratti punti ma viene applicata un’ulteriore sanzione prevista dal codice della strada: per esempio nel caso degli autovelox, non vi è contestazione immediata dell’infrazione.
Attenzione però: per alcune violazioni è previsto il ritiro immediato della patente di guida per la sospensione che sarà poi decisa dal Prefetto competente per territorio.