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Un’abitudine tipica dei motociclisti, sia amatoriali sia professionisti, è quella di effettuare spesso una personalizzazione del casco.
Spesso queste personalizzazioni includono disegni molto differenti, a seconda della nazione in cui ci si trova oppure in seguito ad eventi particolari.
In particolare, i piloti della Moto GP hanno questa tendenza, che si è diffusa sempre più nel corso degli anni. Uno dei più attivi su questo fronte è sempre stato Valentino Rossi: l’attuale pilota della Yamaha, nonchè nove volte campione del mondo, in oltre vent’anni di carriera ha “collezionato” decine e decine di caschi diversi.
Anche altri piloti hanno seguito il suo esempio: giusto per citarne qualcuno, i tre piloti spagnoli Jorge Lorenzo, Marc Marquez e Daniel Pedrosa.
Come “Il Dottore” non c’è davvero nessuno: egli è il numero uno non solo in pista, ma anche per quanto riguarda tutto ciò che sta fuori, che siano le differenti “scenette” alla fine di ogni vittoria o la personalizzazione del casco. Rimane ricorrente sui suoi caschi la presenza del numero 46 sui lati, così come il simbolo della Monster, sponsor personale di Rossi, ripetuto sia in basso frontalmente, che lateralmente.
Sicuramente uno dei caschi più belli e divertenti è quello sfoggiato in occasione del Gran Premio d’Italia al Circuito del Mugello nel 2008. Nella parte superiore era infatti stampata la sua faccia che urlava: un’originale personalizzazione che portò anche fortuna al campione di Tavullia, che vinse la gara e successivamente il titolo mondiale.
Molto noto è anche il casco che Rossi ha esibito all’edizione 2017 del Mugello. Nella parte superiore ha posto la dedica a Francesco Totti, pochi giorni dopo il suo ritiro dal calcio, mentre lateralmente vi era la fusione tra il numero 46 ed il 69 del collega Nicky Hayden, scomparso pochi giorni prima.
Per i test invernali di Sepang sempre del 2017, Valentino Rossi ha indossato un casco con il quale omaggiava Tavullia, suo paese natale: nel disegno era raffigurata la cittadina, che si trova in provincia di Pesaro, innevata.
L’Italia è stata ispiratrice per molti caschi in edizione speciale del numero 46 del Motomondiale. Nel 2016 fu realizzato un casco appositamente per il Gran Premio di San Marino che si svolse a Misano, circuito che si trova anche a pochissimi chilometri dalla base di Valentino Rossi.
Sempre in quell’occasione sulla parte superiore del casco il pilota ha omaggiato i Blues Brothers a modo suo: al posto di Dan Aykroyd e John Belushi, erano raffigurati lo stesso Rossi e l’inseparabile amico d’infanzia ed assistente Alessio “Uccio” Salucci, accompagnati dalla scritta “Sweet Home Misano”, parafrasi della celebre “Sweet Home Chicago”.
Da quando ha iniziato a correre, il nove volte campione del mondo ha affidato la realizzazione dei caschi personalizzati ad AGV, un’azienda piemontese che successivamente è stata acquistata da Dainese.
La sponsorizzazione, che resiste tutt’ora, è iniziata nel 1996.
E’ giovane, veloce e già tre campione del mondo: è nel mondo della Moto GP da pochi anni, ma Marc Marquez ha già dimostrato tutto il suo talento. I caschi di Marc Marquez sono realizzati da una casa giapponese, la Shoei.
Tra i caschi più significativi c’è quello realizzato per il Gran Premio della Catalogna 2015, un casco protettivo nato unendo le tante idee giunte dai tifosi in stile Gaudì, realizzato come omaggio a Barcellona: il pilota è infatti di origine catalana.
In quell’anno la moto dello spagnolo non era tra le più competitive, infatti non vinse il mondiale. E’ interessante quindi la spiegazione sulla grafica: “Un po’ come la Honda, i pezzi ci sono ma bisogna metterli insieme”.
I caschi nel corso della carriera del cinque volte campione del mondo hanno sempre avuto molte similitudini. Non manca mai la formica sulla calotta, una specie di portafortuna che lo accompagna dagli inizi nel mondo del motociclismo.
Ogni anno c’è sempre stato qualche piccolo restyling. Nella parte inferiore è sempre presente uno dei suoi sponsor storici, la Red Bull, mentre nella parte posteriore, in basso, il 93, suo numero personale.
Jorge Lorenzo ha effettuato anch’egli delle personalizzazioni ai propri caschi, ma molte meno rispetto all’ex compagno di squadra Valentino Rossi. Una delle grafiche che da sempre contraddistinguono il pilota spagnolo è la presenza del logo della Monster, la famosa bevanda energetica è da anni sponsor di Lorenzo.
A curare la realizzazione dei suoi caschi protettivi è la Shark, azienda francese specializzata e marchio che nel corso degli anni si è legato a numerosi piloti, anche campioni del mondo.
Per quanto riguarda il casco del 2017 del maiorchino sono tre i colori dominanti: il bianco e nero, da sempre presenti sui caschi di Jorge Lorenzo, ed il rosso. Ovviamente la scelta del rosso è da legare alla casa motociclistica italiana di Borgo Panigale, la Ducati, per la quale corre.
In occasione del Gran Premio d’Austria 2017 uscì un’edizione speciale del suo casco, chiamata Diablo, un nome pieno di significato. Questo casco personalizzato presenta i caratteri fondamentali del volto di un demone, con gli occhi sulla visiera e con la stessa che dovrebbe essere la bocca. Il casco è interamente colorato di rosso, come dedica particolare alla Ducati.
Anche Daniel Pedrosa, tre volte campione del mondo tra 125 e 250, ha il suo casco personalizzato.
A realizzarlo è la Arai, un’azienda giapponese specializzata sia in caschi per motociclismo, che per automobilismo. Daniel Pedrosa si affida a loro da anni. A disegnare però i temi dei caschi è una ditta italiana, la Starline, un’azienda con base a Pesaro che ha disegnato il tema per il Gran Premio del Giappone, poi vinto dallo stesso Pedrosa nel 2015.
Quel casco presentava sul retro l’immagine di un samurai in stile cartone animato.
Anche per Pedrosa è sempre presente il logo dello sponsor Red Bull, mentre a seconda dell’occasione il numero 26 si sposta in alto o lateralmente.
Da sottolineare la scelta per l’ultimo Gran Premio del Giappone del 2017: un casco inedito, con guanti e stivali perfettamente abbinati. Il casco è una celebrazione al Giappone, essendoci disegnato uno dei simboli del Sol Levante, il samurai. Il tema del samurai si ripete anche nei caschi precedenti: Daniel Pedrosa viene soprannominato, tra le tante cose, “Baby Samurai”.