Pazienti in terapia con cannabis e rischi alla guida: una questione urgente

I pazienti in trattamento con cannabis terapeutica chiedono deroghe per la guida sicura.

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La preoccupazione dei pazienti in terapia con cannabis

Negli ultimi anni, l’uso della cannabis terapeutica è aumentato notevolmente, specialmente tra i pazienti affetti da patologie gravi come la sclerosi multipla, dolori cronici e disturbi psichiatrici. Tuttavia, con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, che prevede sanzioni severe per chi risulta positivo al THC, molti di questi pazienti si trovano in una situazione di grande preoccupazione. La paura di perdere la patente e di affrontare pesanti multe e persino l’arresto ha spinto diverse associazioni di pazienti a lanciare un appello urgente al governo per discutere possibili deroghe.

Le sanzioni previste dal nuovo Codice della Strada

Dal 14 dicembre, il nuovo articolo 187 del Codice della Strada stabilisce che chiunque venga trovato positivo al THC rischia la sospensione della patente per due anni, una multa fino a 6.000 euro e fino a un anno di arresto. Questa normativa non fa distinzione tra uso terapeutico e abuso, penalizzando così i pazienti che assumono cannabis per motivi medici. Le tracce del THC possono rimanere nel corpo per giorni, ben oltre la durata degli effetti, creando una situazione di ingiustizia per coloro che, pur non essendo alterati, rischiano di essere sanzionati.

Richieste di un tavolo tecnico

In risposta a questa situazione, le principali associazioni di pazienti, supportate da avvocati esperti, hanno inviato una diffida formale al governo, chiedendo la convocazione di un tavolo tecnico entro il 20 gennaio. L’obiettivo è discutere la possibilità di deroghe che consentano ai pazienti in terapia con THC e CBD di guidare senza timore di sanzioni. Se il governo non risponderà a questa richiesta, migliaia di pazienti sono pronti a intraprendere una class action per chiedere risarcimenti per i danni fisici e morali subiti.

Le promesse non mantenute

Nonostante le promesse di un nuovo tavolo tecnico da parte di esponenti politici, i pazienti denunciano l’assenza di consultazioni reali. Un tavolo simile, istituito nel 2021, non è mai stato convocato, lasciando i pazienti in una situazione di incertezza e paura. La mancanza di una risposta concreta da parte del governo potrebbe portare a una mobilitazione di massa, con migliaia di pazienti pronti a far sentire la propria voce contro una normativa che considerano ingiusta e discriminatoria.