Il parcheggio automatico, la sua evoluzione sino a oggi

Il parcheggio automatico, feature delle auto di lusso moderne ma invenzione antica seppur per tanto tempo infruttuosa.

Il parcheggio è una delle manovre più difficili da apprendere quando si sta iniziando a guidare, le case automobilistiche per venire in contro alle necessità di compiere la manovra nel minor tempo possibile hanno studiato dei sistemi di parcheggio automatico. In questo articolo vediamo come è il suo funzionamento.

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Parcheggio automatico: che cos’è

Il parcheggio automatico nelle auto moderne si occupa di valutare lo spazio di parcheggio, se adeguato o meno alle dimensioni del mezzo, se questo è ritenuto idoneo il volante gira da solo ma è il guidatore a gestire il cambio e il movimento dei pedali.

Con la modernità il sistema si è evoluto in auto che compiono la manovra da sole, questo il caso di Tesla che ha implementato un sistema che permette alla vettura di posizionarsi nello stallo in automatico senza far fare ulteriori manovre al guidatore.

Questo sistema però si rende davvero efficace nei grandi spazi dove anche l’automobilista meno provetto riuscirebbe a parcheggiare la vettura. Di contro vi sono altri brand, come ad esempio Hyundai che sta studiano un sistema in grado di ruotare le ruote di 90 gradi.

La rotazione delle 4 ruote renderebbe ogni parcheggio una formalità, bisognerà vedere quando e come questo verrà implementato sulle nuove vetture della casa coreana.

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In passato c’era la quinta ruota

Il parcheggio automatico ha preso maggior credibilità a partire dagli anni ’90 quando le case hanno iniziato ad investirvi denaro e risorse tecnologiche, si tratta però di un sistema nato quasi 100 anni fa.

E’ infatti del 1935 il brevetto della quinta ruota, una ruota aggiuntiva montata trasversalmente rispetto al retro del veicolo che scendeva ed alzava quelle posteriori, facilitandone l’inserimento.

Un’idea che però non è stata accolta favorevolmente dall’universo automobilistico rendendo così non famoso in questo campo l’inventore Brooks Walker.

Scritto da Filippo Imundi
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