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Ecco una classifica dei 5 nomi più brutti delle auto. Scegliere il nome è una di quelle cose che sembra così facile all’inizio, però poi al momento opportuno ecco che arriva un blocco e la mente si svuota. Accade così anche nella scelta del nome di un modello di auto. Alcuni nomi sono veramente brutti e scegliere il peggiore non è stato facile, ma sicuramente è stato divertente. Ecco la classifica dei nomi più infelici decisi per motivi commerciali o per pura fantasia.
Nomi auto più brutti
Quali sono i nomi auto più brutti? Sceglierne alcuni non è facile, vuoi per la scelta che è comunque personale, vuoi per la tenerezza che ti coglie quando pensi a chi lo ha scelto, sentendosi soddisfatto del proprio lavoro. Sicuramente gli ideatori avranno avuto dei validi motivi per selezionare proprio quel nome, magari accordando le caratteristiche dell’auto con il suono scelto. In un mondo globale, in cui bisogna inviare l’auto in giro per il pianeta tuttavia, è inevitabile commettere qualche involontario qui-pro-quo culturale. Vediamo i 5 modelli con i nomi più infelici, partiamo dal meno peggio a quello peggiore, il numero 1.
5-VOLKSWAGEN THING
Ok, a volte capita che al momento di dare un nome il cervello rimane vuoto e non si sa come uscirne. Ma rinominare un’auto “Cosa” non sembra proprio una soluzione perfetta.
Volkswagen ha creato quest’auto dalle fattezze militari nel 1968 con l’intento di sostituire la Jeep nell’esercito militare della Germania dell’ Ovest. Al momento di uscire negli Stati Uniti, la casa tedesca ha pensato bene di chiamarla “THING”. Un po’ indefinito, come le linee dell’automobile del resto. Il modello ha avuto sfortuna con i nomi anche in Italia, dove è uscita con il nome di Pescaccia.
4-AMC GREMLIN
Nella storia recente ricordiamo la casa americana AMC. Fondata nel 1954, questa casa non era che una fusione fra due case costruttrici, la Nash-Kelvinator e la Hudson. La Renault divenne il suo principale azionista e venne ceduta a Chrysler nel 1987 e fu assorbita dalla Jeep.
Durante l’epoca Renault, la AMC era specializzata nella creazione di modelli compatti e nel 1978 ne fece uno destinato a Stati Uniti e Messico. L’estetica purtroppo non era il suo forte, ma rinominarla “GREMLIN” non è un po’ cattivello? Scherzi a parte, il nome fa tanto ridere ma anche un pochino di spavento: pensate a chi saliva su quest’auto pensando agli spiritelli malevoli che saltellavano fra i pedali.
3- FORD PINTO
Ford ha creato una di quelle incomprensioni culturali di cui parlavamo prima. La casa statunitense aveva pensato di mettere in commercio una berlina che fosse comoda per l’uso quotidiano e ne vendette anche parecchi esemplari durante gli anni 1971-1980.
L’idea era quella di chiamare l’auto “Pinto”, un nome che chi se ne intende sa che è comune nel mantello dei cavalli. Per sua fortuna, la Ford ha scampato una figuraccia evitando la diffusione in Brasile e Portogallo. Da quelle parti, il nome del modello non indica un mantello di un cavallo ma l’organo genitale maschile.
2- STUDEBAKER DICTATOR
Già il nome della casa automibilistica non è bellissimo. Certamente non ha migliorato l’opinione pubblica la creazione del modello “Dictator”.
L’auto nacque nel 1927 in mezzo al proibizionismo americano come una berlina a quattro porte in stile Commander e President, da qui la scelta di un nome da “leader”, scelto tuttavia in un momento in cui non si sapeva niente ne di Stalin nè di Hitler ne di Mussolini. Durante i primi anni, l’Europa che era teatro di tutti i dittatori si oppose a prendersene un altro a quattro ruote e l’auto si chiamò “Director”. Si giunse infine al 1937, l’anno in cui Hitler era più potente che mai e finalmente anche gli USA capirono che non era stata una scelta felice quella del loro nome e tolsero di mezzo il modello.
1- MAZDA PUTA
Ed il titolo per il nome più brutto va a… Mazda Puta. La casa giapponese, le buone intenzioni le aveva tutte e così pensò bene di dare al suo piccolo suv da 659 cv un nome letterario. Fu così che dal 1999 al 2006, la Mazda mise in commercio il modello “PUTA”, che prendeva il nome dall’isola dei “Viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift.
L’idea però non fu grandiosa. A proposito di viaggi, questo modello arrivò fino in Sudamerica dove il modello dell’auto significa la versione scurrile di “prostituta”.