Il panorama delle auto d’epoca si sta popolando sempre più delle vetture riportate a nudo e rifatte da zero applicando l’ingegneria del XXI secolo. Questo ha dato vita al Restomod ovvero come suggerisce la parola un restauro moderno. Diverse le officine che lo applicano a determinati modelli di auto, Alfaholics per la serie 105 Alfa Romeo, Singer per Porsche, Cyan per la Volvo P1800 e molti altri. Ora arriva anche Frontline Cars con la MGB LE60.
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MGB LE60: la MGB catapultata nel nuovo millennio
Le cure dell’azienda inglese Frontline Cars partono dal motore che non è più il piccolo 4 cilindri che equipaggiava la versione di serie, oltre 50 anni, bensì un più grande V8, di derivazione Rover, rifatto in ogni singola componente per raggiungere la cubatura di 4,8 litri ed erogare una potenza di 375 cavalli.
Dal punto di vista prestazionale questa scelta fa rivalutare in positivo le prestazioni dell’auto, scatta da 0 a 100 in soli 3,8 secondi ed è in grado di raggiungere la velocità massima di 255 km/h.
Sul fronte degli interni si è cercato di mixare il passato con il presente, sono infatti a bordo inserti in legno congiuntamente con pelle ed Alcantara così da conferire un degno omaggio a quello che era l’abitacolo della MGB originale.
Tecnicamente Frontline Cars ha fatto di tutto per garantire una guida sportiva e adatta al periodo, l’auto infatti monta un differenziale a slittamento limitato, gomme sportive sospensioni di tipo multilink al posteriore ed ammortizzatori Nitron.
Inutile dire che l’esperienza di guida su una base del genere è totalmente diversa rispetto alla vettura che si vuole omaggiare, ben più connessa alla strada e quindi capace di offrire sensazioni ed emozioni da sportiva del 2024.
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Il prezzo sarà davvero alto
Il prezzo della MGB LE60 non è stato comunicato da Frontline Cars ma considerando i numeri bassissimi, 30 esemplari, si andrà su un valore a 5 zeri in linea con quanto richiedono marchi come Alfaholics o Singer.
Sarà interessante riuscire ad intercettarne una su strada perché auto di questo tipo non si vedono, un peccato mortale ma ben comprensibile se ci si mette nei panni dei collezionisti.