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La crisi produttiva di Maserati
Negli ultimi anni, Maserati ha affrontato una crisi produttiva senza precedenti, con un calo della produzione che ha raggiunto il 79% nel 2024. Dallo stabilimento di Modena, sono uscite solo 260 vetture, un numero drammaticamente inferiore rispetto ai 3.700 pezzi prodotti nel 2017. Questa flessione ha portato a una situazione di incertezza per i lavoratori, molti dei quali si trovano attualmente in cassa integrazione.
Proposte di trasferimento in Serbia
In un tentativo di affrontare la crisi, Stellantis ha avanzato una proposta ai circa 200 lavoratori cassaintegrati di Maserati: trasferirsi temporaneamente a Kragujevac, in Serbia, per lavorare alla produzione della nuova Fiat Grande Panda. Sebbene la proposta sia su base volontaria, molti lavoratori potrebbero considerarla come un’opzione per uscire dalla cassa integrazione a zero ore, nonostante le difficoltà legate al trasferimento in un paese con una cultura e una lingua diverse.
Le prospettive future per Maserati
Le prospettive per Maserati rimangono incerte. Recentemente, la casa automobilistica ha annunciato la cancellazione della produzione della MC20 Folgore in versione elettrica, prevista per il 2025, a causa della mancanza di prospettive commerciali. Inoltre, il Piano Italia presentato da Jean-Philippe Imparato non ha fornito dettagli chiari sul futuro dello stabilimento di Modena, lasciando i lavoratori in una situazione di precarietà.
La minaccia dei dazi imposti dagli Stati Uniti sulle auto prodotte all’estero potrebbe ulteriormente complicare la situazione, considerando che Maserati vende il 40% delle sue vetture negli USA. Nonostante ciò, Imparato ha escluso la chiusura di impianti in Italia, ma la mancanza di certezze continua a pesare sui lavoratori e sul futuro dell’azienda.
Un segnale preoccupante per il settore
La proposta di trasferimento in Serbia, sebbene comprensibile in un contesto di crisi, rappresenta un segnale preoccupante per il tessuto produttivo italiano. La possibilità che i lavoratori accettino di trasferirsi per lavorare all’estero potrebbe indicare una perdita di fiducia nel futuro della produzione nazionale. È fondamentale che le istituzioni e le aziende trovino soluzioni sostenibili per garantire la stabilità e la crescita del settore automobilistico in Italia.