Le moto di MotoGP hanno le marce e, in tal caso, come funzionano? Ebbene, ci sono alcune curiosità molto interessanti da conoscere. Non trattandosi di moto normali, quest’ultime devono rispettare requisiti specifici.
Scopriamo tutto ciò che c’è da sapere in merito.
Le moto di MotoGP hanno le marce?
Partiamo dal principio: sì, le moto di MotoGP hanno le marce ma non sono esattamente come quelle normali. Innanzitutto, i piloti possono cambiare marcia manualmente, ma non devono più azionare la frizione o rilasciare l’acceleratore.
Parliamo generalmente di cambio seamless, che consente di cambiare marcia con fluidità, senza quindi imbattersi in pericolose sbandate (soprattutto in curva).
Ma in cosa consiste questo cambio? Il pilota seleziona due marce contemporaneamente: ciò significa che all’aumentare della velocità, e al momento necessario, la moto sale di marcia automaticamente.
Ciò significa non incorrere in perdita di velocità, assolutamente deleteria durante una gara, e quindi avere un’azione efficace e costante della ruota posteriore.
Al tempo stesso, il cambio deve erogare la giusta potenza e coppia, altrimenti potrebbe esserci una significativa perdita di watt.
Quindi, in che modo i piloti cambiano marcia?
A differenza delle moto normali, le marce di MotoGP sono in ordine inverso. Per cambiare marcia, il pilota preme sulla leva a pedale: la marcia più alta si trova in basso e viceversa.
Inoltre, è presente una funzione anti-saltellamento che impedisce al motore di andare fuorigiri, sebbene sia ormai presente anche in alcune moto normali.
Per quanto riguarda la posizione neutra, quest’ultima si trova precisamente tra la prima e la seconda marcia. Anche in questo caso si trova una leva specifica che consente di mettere la moto in folle in casi di necessità.
Insomma, si tratta di componenti decisamente diversi da quelli a cui siamo abituati, dato che devono garantire le massime prestazioni ai piloti e, quindi, maggiore stabilità.
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