Malati e guida: la paura di sanzioni per chi usa cannabis terapeutica

Pazienti in cura con cannabis temono sanzioni e limitazioni alla libertà di movimento.

La paura di mettersi al volante

Molti pazienti affetti da malattie croniche, come la sclerosi multipla o il cancro, si trovano a dover affrontare una nuova sfida: la paura di guidare. Questa ansia è alimentata dalla recente introduzione di sanzioni severe nel nuovo Codice della strada, che penalizza chi risulta positivo ai test per sostanze stupefacenti, inclusi i cannabinoidi utilizzati per scopi terapeutici. Dal 14 dicembre, infatti, chiunque venga trovato positivo al Thc rischia la sospensione della patente per due anni, una multa fino a 6.000 euro e, in alcuni casi, l’arresto fino a un anno. Questa situazione ha spinto numerosi pazienti a sollevare la voce contro una legge che, a loro avviso, non tiene conto delle loro esigenze e delle loro condizioni di salute.

La diffida al governo

In risposta a questa situazione, diverse associazioni di pazienti hanno presentato una diffida al governo, chiedendo la convocazione urgente di un Tavolo tecnico per discutere deroghe che permettano ai malati in cura con Thc e Cbd di guidare senza timore di sanzioni. La diffida, inviata tramite posta elettronica certificata, è stata firmata da avvocati e rappresentanti di associazioni come Pazienti Cannabis Medica e Meglio Legale. Queste organizzazioni sottolineano l’importanza di trovare una soluzione che tuteli i diritti dei pazienti, molti dei quali vivono già con il peso di gravi malattie e non dovrebbero essere ulteriormente penalizzati per l’uso di farmaci prescritti.

Il dibattito politico e le promesse non mantenute

Il vicepremier Matteo Salvini ha cercato di affrontare la questione, ma le sue dichiarazioni sono state accolte con scetticismo. Nonostante l’annuncio di un Tavolo tecnico per discutere le problematiche legate all’uso di cannabis terapeutica, molti pazienti si sentono ignorati e trascurati. Infatti, il Tavolo esiste già dal 2021, ma non è mai stato convocato dal governo attuale. La mancanza di dialogo con i pazienti e le associazioni ha alimentato la frustrazione e la paura di migliaia di persone che si trovano a dover affrontare la guida con l’angoscia di possibili sanzioni.

Le conseguenze sulla vita quotidiana dei pazienti

La paura di essere fermati e sottoposti a test per sostanze stupefacenti ha un impatto significativo sulla vita quotidiana dei pazienti. Molti di loro si sentono costretti a rinunciare alla propria libertà di movimento, limitando le loro attività lavorative, sociali e di cura. La testimonianza di Naike Rivelli, figlia di Ornella Muti, evidenzia come la paura di un semplice viaggio possa influenzare profondamente la vita di chi vive con una malattia cronica. La situazione è insostenibile e richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni per garantire che i diritti dei pazienti siano rispettati e tutelati.

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