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Pilota senza bisogno di alcuna presentazione, uno degli orgogli della storia automobilistica italiana, Luigi Fagioli ha avuto un trofeo a lui dedicato.
Altra poca quella di Luigi Fagioli, epoca che riguardo alla sicurezza oggi sarebbe inaccettabile, eppure si correva e si correva anche tanto. Gli anni ’30, ’40 e ’50 erano decenni in cui si montava su e si spingeva più forte che si poteva. Luigi Fagioli fa parte della storia di quegli anni, anni in cui i grandi nomi storici dell’automobilismo agonistico italiano hanno siglato vittorie importanti.
Nasce a Osimo (provincia di Ancona) nel 1898 ma presto si trasferisce a Gubbio (Perugia). Il richiamo della velocità si fa sentire presto, infatti è un Fagioli appena ventenne che salta in sella ad una Borgo quello che inizia a correre sul serio, sulle temute due ruote, ritenute molto pericolose dalla famiglia. I risultati negativi non tardano ad arrivare: un brutto incidente, in sella alla sua moto, lo fa arrivare al bivio di dover abbandonare le corse, ma spinto dal padre decide di passare alle corse in auto, ritenute meno pericolose.
Parte così la carriera di Luigi Fagioli su quattro ruote.
Dal 1925 al 1952 corre in auto, portando alle diverse scuderie numerosi successi che hanno segnato la storia dell’automobilismo scolpendone il suo nome negli annali.
La prima parte della sua carriera automobilistica va dal 1925 al 1937 in cui colleziona numerosi successi.
Nel 1926 sul sedile di una Salmson GP trionfa al primo posto del Gran Premio Perugino del Turismo, altelenando momenti di gloria a momenti leggermente più in ombra.
Tra il 1926 e il 1928 corre sia con la Salmson GP prima che con la Maserati Tipo 26 M, con cui porta in casa numerose vittorie epiche come quelle dei circuiti di Ancona, delle Tre Fontane, di Rimini, Coppa Abruzzo, Senigallia, Coppa Leonardi e Salita di Tolentino. In questo biennio si fa forte la rivalità di tifoseria tra le città di Osimo e Gubbio, rivalità sportiva in stile calcistico che lo accompagnerà durante tutto l’arco della sua carriera.
Tra alti e bassi, gli anni dal 1929 al 1933 lo vedono alla guida della Maserati, ma il pilota italiano è alla costante ricerca di una nuova auto con cui correre; questo si riflette sull’andamento delle gare, dove non brilla di certo come negli anni appena trascorsi.
Nel 1933 Enzo Ferrari ha interrotto la collaborazione con Tazio Nuvolari e non vuole lasciarsi sfuggire di certo un pilota del calibro di Fagioli.
Gli propone di guidare l’Alfa P3, un’auto veramente potente che permette una sorta di piccola rinascita al pilota che diventa in tempo record Campione Italiano grazie ai numeri crescenti ottenuti in tre mesi appena.
Ma il 1934 è anno di nuovi cambiamenti, cambiamenti in meglio per Fagioli: lascia la Ferrari dopo solo un anno e inizia a correre per la Mercedes-Benz. In quell’anno ottiene parecchi successi come la Coppa Acerbo a Pescara, il GP d’Italia a Monza e il GP di Spagna disputatosi a San Sebastian.
L’anno successivo, siamo nel 1935, vince tra gli altri il GP di Monaco, il GP di Barcellona e diventa vice Campione Europeo nella categoria GP (Grand Prix).
Il 1937 vede un suo ritiro a metà stagione di gare dovuto ad un problema alla sciatica. Il suo ritorno, già programmato, deve essere posticipato di un bel po’ a causa della guerra in corso e avviene dieci anni dopo.
E’ il 1947 quando Luigi fagioli torna alle corse, sul sedile di una Fiat Monaci 1.100 cc con cui purtroppo non ottiene numeri da capogiro.
Gli anni dal 1949 al 1951 lo vedono alla guida di una Osca 1.100 cc con cui vince la Mille Miglia, il Giro delle Calabrie, il Giro di Napoli, la Coppa d’Oro di Sicilia, il Circuito di Pescara, il Gran Premio di Roma e il Circuito di Posillipo.
Nel 1950 debutta in Formula 1 sulla Alfetta F1 (Alfa Romeo 158), con lui in scuderia ci sono Nino Farina e Juan Miguel Fangio.
I tre riescono in quell’anno a occupare tutti e tre le posizioni del podio, primo Farina, secondo Fangio, terzo Fagioli (seppur per pochi punti dal suo compagno di squadra primo in classifica).
Nel 1951 in Formula 1, sempre alla guida di Alfa Romeo, vince il GP di Francia.
Nel 1952 termina la sua gloriosa carriera, passato alla guida di una Lancia Aurelia B20, ottiene numeri notevoli alla Mille Miglia, ma durante le prove per il GP di Monaco categoria auto GT ha un incidente le cui conseguenze gli saranno fatali.
Muore il 20 giugno 1952.
Nel biennio 1950 / 1951 Fagioli corre in Formula 1, solo due stagioni che hanno lasciato il segno e che nutrono il palmares del pilota.
La stagione 1950 lo vuole terzo assoluto sul podio al suo debutto, ottiene in totale 24 punti; non vince nessuna gara ma riesce a cavare numerosi punti dai vari GP. Guida un’Alfa Romeo 158 e per soli 4 punti di distacco non raggiunge il compagno di scuderia Farina, campione con 28 punti.
Il 1951 non lo vede brillare, una sua undicesima posizione in classifica ne è testimone, ma vince il GP di Francia che gli fornisce 4 preziosi punti. L’auto guidata era un’Alfa Romeo 158B.
Tra il 1931 e il 1937 Luigi Fagioli partecipa al campionato europeo, ottenendo risultato eterogenei.
Nel 1931 corre per la Maserati le tappe di Italia, Francia e Belgio, ottenendo in totale 22 punti e piazzandosi al 46° posto assoluto.
Nel 1932, sempre con la Maserati, corre in Italia (arriva al secondo posto), Francia e Germania ottenendo 18 punti che lo fanno piazzare al 7° posto in classifica.
Nel 1935 con la Mercedes-Benz corre in Belgio, Germania, Svizzera, Italia e Spagna ottenendo 17 punti e il 2° posto nella classifica finale.
Nel 1936, sempre in Mercedes, ottiene 26 punti e il 14° posto in classifica correndo a Monaco, in Germania, Svizzera e Italia.
Nel 1937 passa alla guida di Auto Union, si piazza al 20° posto in classifica finale correndo in Belgio, Germania, Monaco, Svizzera e Italia. I punti ottenuti sono stati 36 in quell’anno.
In onore del glorioso pilota dal 1953 al 1966 è stata corsa la cronoscalata Trofeo Luigi Fagioli. Dal 1966 in poi il Trofeo Luigi Fagioli è diventata una gara di velocità in montagna per auto moderne, prova valida per il campionato italiano.