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Lorenzo Bandini fu un pilota automobilistico italiano di Formula 1 negli anni 60’. Nacque in Libia nel 1935, quando questa era sotto il controllo italiano. Nonostante fosse nato nel nord dell’Africa, era italiano a tutti gli effetti in quanto i genitori erano emigrati in Libia per lavoro. All’età di sei anni tornò in Italia per motivi legati alla seconda guerra mondiale. Più precisamente si stabilì con la famiglia nel ravennate, a Brisighella, dove era nato e cresciuto il padre Giovanni.
Successivamente alla morte del padre, avvenuta per fucilazione durante la Guerra Civile Italiana, si trasferì con madre e sorelle a Reggiolo. Nel paese emiliano studiò e divenne meccanico. Grazie a questo lavoro avvenne un ulteriore trasferimento, questa volta a Milano nell’officina del futuro suocero. Fu in questa occasione che si avvicinò al mondo dei motori.
La carriera di Lorenzo Bandini
Gli inizi come pilota avvennero nel 1956 in gare locali, guidando sempre delle Fiat. Il primo successo avvenne due anni dopo alla Mille Miglia con una Lancia Appia. Seguirono diversi piazzamenti in manifestazioni sempre più importanti fino a vittorie in successioni. La classe 500 a Monza nel Trofeo Ascari nel 1959. Le vittorie ed i piazzamenti sul podio nella Formula Junior.
Il passo successivo era la Formula 1. L’obiettivo primario era naturalmente la Ferrari, ma il primo contratto e l’approdo nella massima serie avvenne con la Scuderia Centro Sud. Purtroppo però la macchina competitiva e mai arrivò a punti. Nonostante ciò Enzo Ferrari fu colpito dalle doti e dalla voglia di fare del giovane emiliano.
Fu così che nel 1962 Bandini iniziò il campionato di Formula 1 al volante di una Ferrari. Stagione ancora una volta deludente però. Davanti alla “Rossa di Maranello” c’erano macchine molto più competitive. L’esordio per Bandini fu comunque soddisfacente con un terzo posto al Gran Premio di Monaco. Al tempo le scuderie potevano cambiare spesso i piloti o decidere di non prendere parte ad alcune gare. Fu così che il 1962 non vide Bandini tra i protagonisti in pista. Unico successo dell’anno il Gran Premio del Mediterraneo ad Enna, evento non valido per il campionato del mondo.
Il 1963 continuò sulla falsa riga della stagione precedente. Poche presenze in pista e nemmeno un podio. Vinse comunque il titolo di Campione Italiano Assoluto grazie ai piazzamenti in gare ufficiali, non ufficiali ed alla vittoria della 24 Ore di Le Mans.
Bisogna aspettare il 1964 per vedere Lorenzo Bandini sul gradino più alto del podio in una gara di Formula 1. Era il Gran Premio d’Austria che si corse a Zeltweg. Oltre ad essere la prima gara vinta, fu anche l’ultima. Nonostante ciò, la stagione si poteva considerare positiva. Furono diversi i piazzamenti a podio.
Il 1964 si rivelò essere anche l’ultima buona stagione di Bandini e della Ferrari. Dopo il podio nella seconda gara della stagione, Bandini non riuscì più ad ottenere dei risultati di rilievo. Peggio andò nel 1965 quando la sua Ferrari lo tradì più volte. Due podi ad inizio stagione, ma successivamente continue noie al motore che si ruppe in più occasioni gli impedirono di lottare per la vittoria.
I principali riconoscimenti
La carriera di Lorenzo Bandini consta di una vittoria, otto podi ed un quarto posto assoluto nella classifica mondiale di Formula 1. In Formula Junior invece il palmares è decisamente più ampio grazie a dieci vittorie. Di rilievo le vittorie alla 24 Ore di Le Mans del 1963 e la 24 Ore di Daytona nel 1967. Infine vittoria anche nella 1000 Km di Monza, sempre nel 1967.
La tragica morte di Lorenzo Bandini
Lorenzo Bandini trovò tragicamente la morte in occasione del Gran Premio di Monaco del 1967. Dopo un buon avvio dalla seconda casella, il ferrarista prese subito il comando della corsa. Purtroppo però la perse pochi giri dopo scivolando su una macchia d’olio lasciata da Jack Brabham. Alla ripartenza si ritrovò terzo con un distacco importante dai primi. Fu l’inizio di una grande rimonta. Bandini a meno di quaranta giri dalla fine era in forte recupero sulla testa della gara.
Ma cento giri da percorrere sono tanti. E dopo sessanta tornate la concentrazione rischia di calare. Questo accadde al pilota italiano nato in Libia. Dopo tanti giri effettuati a tutta, si trovò a fare i conti con la stanchezza. Avvenne in occasione di due sorpassi, non semplici da effettuare.
Alla chicane del porto arrivò ad una velocità maggiore del normale. La macchina colpì una bitta di ormeggio delle navi, decollò ed atterrò capovolta, prendendo fuoco. Il fato volle che i soccorritori non si accorsero della presenza del pilota in macchina. E’ stato grazie al principe e futuro re di Spagna Juan Carlos che ci si accorse della gravità della situazione. Bandini era ancora dentro la vettura in fiamme, in condizioni estremamente critiche, ma vivo.
Purtroppo però la situazione era critica. Ferita ala milza ed ustioni sul 60% del corpo. I medici provarono di tutto, ma Bandini cedette dopo settanta ore di agonia. A seguito della morte di Lorenzo Bandini vennero aperte delle indagini sull’accaduto. Troppi i problemi in pista che avrebbero potuto evitare la tragedia Dalle tante e troppe lamiere metalliche e bitte per l’ormeggio in pista, alla lentezza e disorganizzazione dei soccorritori. Questi erano senza tute anti incendio ed estintori con ampia capacità.
In memoria di Lorenzo Bandini
Per ricordare il proprio compaesano scomparso prematuramente, venne istituito un premio a Brisighella nel 1992. Il Trofeo Lorenzo Bandini. Inizialmente venne assegnato al miglior pilota emergente, successivamente ad una figura di spicco della Formula 1. Un premio che vede nel suo albo diversi campioni del mondo. Il primo pilota premiato fu Ivan Capelli, a cui fece seguito David Coulthard nel 1995.
Tra i campioni del mondo si possono ricordare Jacques Villenueve nel 1996, Michael Schumacher nel 2003 seguito da Kimi Raikkonen e Fernando Alonso. Ed ancora Sebastian Vettel, Lewis Hamilton e Niko Rosberg.
Tra i premiati ci furono anche non piloti. In primis due scuderie, la Mercedes AMG F1 e la Scuderia Ferrari. Nel 1997, nel trentennale della morte di Lorenzo Bandini, il premio venne assegnato a Luca Cordero di Montezemolo.