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Un settore in crisi
L’industria della componentistica automotive in Europa si trova ad affrontare un periodo di grande incertezza e sfide strutturali. Secondo un’indagine recente condotta da CLEPA, l’Associazione Europea dei Fornitori Automobilistici, il 42% dei fornitori prevede di non essere redditizio entro il 2025. Questo dato allarmante riflette un clima di crescente preoccupazione tra i fornitori, che si sentono sotto pressione a causa di fattori economici e competitivi sempre più complessi.
La diminuzione della fiducia
La fiducia nell’industria automobilistica europea continua a diminuire, con il 63% dei fornitori che esprime una prospettiva negativa. Le principali preoccupazioni riguardano la sostenibilità finanziaria e la pressione sui margini di profitto. Rispetto all’anno precedente, il clima di ottimismo è notevolmente diminuito, evidenziando la necessità di un intervento strategico per affrontare queste sfide.
Pressione sui costi e concorrenza globale
Uno dei fattori chiave che influiscono sulla redditività dei fornitori è l’incertezza legata alla domanda di veicoli elettrici e ai nuovi progetti. I costruttori OEM esercitano una forte pressione per ridurre i costi, mentre il mercato europeo fatica a mantenere la propria competitività. Inoltre, il 57% delle aziende ha segnalato un aumento della concorrenza da parte delle importazioni cinesi, aggravando ulteriormente la situazione. Questa pressione competitiva richiede ai fornitori di adattarsi rapidamente e di trovare soluzioni innovative per rimanere sul mercato.
Le conseguenze della crisi
Il Segretario Generale di CLEPA, Benjamin Krieger, ha messo in guardia sulla gravità della crisi, sottolineando che i fornitori stanno lottando con margini sempre più ridotti e una mancanza di investimenti. L’indagine ha rivelato che il 62% dei fornitori ha difficoltà a mantenere le proprie fabbriche a pieno regime, con il 25% che opera al di sotto della soglia di utilizzo ottimale. Questa situazione porta a decisioni drastiche, come la chiusura di stabilimenti e la riduzione del numero di impianti, prevista dal 37% dei fornitori tra il 2025 e il 2030.
Impatto sull’occupazione e sulla competitività
Le conseguenze di questa crisi si riflettono anche sull’occupazione e sugli investimenti. Il 33% dei fornitori prevede che il fallimento di aziende di secondo livello avrà un impatto significativo sulle loro operazioni. Inoltre, il 72% dei fornitori considera il calo della competitività come una delle principali sfide strategiche. La difficoltà nel trasferire l’aumento dei costi ai costruttori di veicoli è un ulteriore ostacolo, con il 71% dei fornitori che segnala notevoli difficoltà in questo senso.
Tensioni geopolitiche e incertezze future
Le tensioni geopolitiche globali rappresentano un’altra preoccupazione significativa, con il 58% dei fornitori che le cita come una delle principali sfide. I dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti potrebbero avere un impatto gravoso sull’industria europea, sia a livello locale che nel mercato nordamericano. Solo il 19% delle aziende ritiene di poter trasferire l’aumento dei dazi ai clienti OEM, mentre il 54% prevede di dover negoziare nuovi contratti per affrontare la situazione. Questo scenario complesso richiede una risposta strategica e coordinata da parte di tutti gli attori coinvolti nel settore.