L’espansione delle case automobilistiche cinesi in Europa e oltre

Le case automobilistiche cinesi aumentano la produzione in Europa per evitare dazi e conquistare nuovi mercati

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Un’impennata nelle esportazioni di veicoli elettrici

A settembre, le case automobilistiche cinesi hanno spedito 60.517 veicoli elettrici ai 27 paesi dell’Unione Europea, segnando un incremento del 61% rispetto all’anno precedente. Questo aumento è strategico, poiché le aziende cercano di evitare i dazi che potrebbero compromettere la loro competitività nel mercato europeo. La decisione definitiva sui dazi è attesa per il 30 ottobre, mentre le trattative tra Bruxelles e Pechino continuano a intensificarsi.

Investimenti nella produzione estera

Secondo un rapporto di Bloomberg, le case automobilistiche cinesi sono pronte ad aumentare la loro capacità produttiva annuale negli stabilimenti esteri, passando da 1,2 milioni di veicoli nel 2023 a oltre 2,7 milioni entro il 2026. Questo cambiamento strategico implica un maggiore impegno nella produzione locale, con aziende come BYD che pianificano di assemblare auto in Ungheria e Turchia, mentre Chery sta dialogando con il governo italiano per aprire uno stabilimento.

Rischi e sfide per le case automobilistiche cinesi

Nonostante l’espansione, il Ministero del Commercio cinese ha espresso preoccupazioni riguardo alla protezione del know-how tecnologico. Secondo un rapporto di Moody’s, l’esportazione nei mercati emergenti dell’Asia, del Centro e Sud America e del Medio Oriente comporta rischi significativi, tra cui geopolitici, di esecuzione e costi, oltre a questioni normative. Le case automobilistiche cinesi devono affrontare una serie di sfide per garantire che la loro espansione non comprometta la loro posizione nel mercato globale.