La Commissione Europea conferma il divieto dei motori termici entro il 2035

Il commissario europeo Wopke Hoekstra ribadisce il no alle richieste di revisione delle norme sulle emissioni.

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La fermezza della Commissione Europea

La Commissione Europea ha ribadito la sua posizione in merito al divieto dei motori termici, confermando che non ci saranno modifiche agli obiettivi di abbattimento delle emissioni. Il commissario europeo per il clima, Wopke Hoekstra, ha risposto con un chiaro “No” alle richieste di revisione provenienti dall’industria automobilistica e dal Partito Popolare Europeo (PPE), il principale gruppo politico del Parlamento Europeo. Questa risposta netta arriva in un momento in cui il PPE aveva avviato una campagna per rivedere lo stop ai motori a combustione interna previsto per il 2035, chiedendo maggiore flessibilità e apertura alla neutralità tecnologica.

Preoccupazioni dell’industria automobilistica

Le preoccupazioni espresse dall’Associazione dei Costruttori Europei di Auto (ACEA) riguardano non solo il 2035, ma anche il 2025, anno in cui entreranno in vigore nuove norme sulle emissioni. Attualmente, la legislazione stabilisce un limite medio di emissioni di 114 g/km, che scenderà a 95 g/km dal prossimo gennaio. Secondo l’ACEA, questa riduzione potrebbe comportare sanzioni fino a 15 miliardi di euro per i produttori europei.

Tuttavia, Hoekstra ha minimizzato tali timori, sottolineando che le multe previste per il precedente abbassamento delle emissioni, attuato nel 2020, sono state significativamente inferiori alle aspettative iniziali.

Possibili soluzioni per le case automobilistiche

In risposta alle preoccupazioni dell’industria, sono emerse alcune indiscrezioni riguardo a possibili soluzioni per alleviare la pressione sulle case automobilistiche. Una di queste potrebbe essere il congelamento delle multe per il 2025 o la possibilità di calcolare le emissioni su base triennale.

Questa misura permetterebbe ai produttori di recuperare terreno nel biennio 2026-2027, nel caso in cui non riuscissero a rispettare gli obiettivi fissati per il 2025. Tali misure potrebbero rappresentare un compromesso utile per garantire una transizione più fluida verso un futuro automobilistico a basse emissioni.