Analisi degli incidenti stradali in Europa e le sfide future.
La Commissione UE pubblica i dati sugli incidenti stradali, evidenziando progressi e sfide.
Argomenti trattati
Nel 2024, la Commissione Europea ha rilasciato i dati preliminari riguardanti gli incidenti stradali, rivelando una diminuzione del 3% nel numero di decessi rispetto all’anno precedente. Questo dato, sebbene positivo, non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2030, che prevede di dimezzare le vittime della strada e i feriti gravi rispetto ai dati del 2019. La situazione varia notevolmente tra i diversi Stati membri, con alcuni paesi che mostrano progressi significativi, mentre altri hanno visto un incremento delle vittime.
L’Italia si trova in una posizione intermedia, con una leggera diminuzione degli incidenti e delle vittime. Secondo i dati, nel 2024 si sono registrati circa 19.800 decessi in tutta l’Unione Europea, inclusi Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Tuttavia, il numero di vittime è diminuito solo leggermente in paesi come Grecia, Spagna, Francia e Italia, mentre in Irlanda ed Estonia si è registrato un aumento.
Paesi come Belgio, Bulgaria e Danimarca, invece, sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi stabiliti.
Un aspetto preoccupante è il tasso di mortalità, che in Italia è di 51 morti per milione di abitanti, superiore a quello di paesi come Francia, Germania e Spagna. Questo si traduce in circa 3.000 vittime all’anno, ben lontano dall’obiettivo di 2.500 fissato dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale.
Le strade rurali continuano a essere le più pericolose, con oltre il 52% delle vittime provenienti da queste aree. Inoltre, gli uomini rappresentano oltre il 77% dei decessi stradali, mentre gli anziani e i giovani sono particolarmente vulnerabili.
Nonostante i progressi, la strada da percorrere per ridurre il numero di incidenti e vittime è ancora lunga. La Commissione Europea ha sottolineato l’importanza di implementare misure più efficaci per garantire la sicurezza stradale.
È fondamentale che i vari Stati membri collaborino e condividano le migliori pratiche per affrontare le sfide comuni. Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile raggiungere gli obiettivi ambiziosi fissati per il 2030.