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Un trend negativo persistente
Il mercato dei veicoli commerciali in Italia sta attraversando un periodo di difficoltà, con un calo delle immatricolazioni che si protrae per sette mesi consecutivi. Nel mese di febbraio 2025, sono state registrate 15.265 immatricolazioni, segnando un decremento del 15,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo trend negativo non è isolato, ma si riflette anche nel cumulato del primo bimestre, dove le immatricolazioni sono scese a 30.297 unità, rispetto alle 36.0, con una flessione complessiva del 15,9%. Nonostante le previsioni per il 2025 suggeriscano un totale di immatricolazioni che potrebbe fermarsi a circa 185.000 unità, il che rappresenterebbe un calo del 6,9% rispetto all’anno precedente, questo livello rimane comunque superiore alla media degli ultimi dieci anni.
Le sfide della transizione ecologica
Un ulteriore segnale di allerta proviene dal settore della transizione ecologica. I dati di febbraio 2025 mostrano una debolezza nella domanda di veicoli elettrici puri, la cui quota di mercato è aumentata leggermente, passando dal 2,1% al 3,2%. Tuttavia, questo incremento è insufficiente a compensare il calo generale delle immatricolazioni. L’analisi del mercato evidenzia anche una flessione generalizzata tra i vari canali di vendita. I privati, pur guadagnando marginalmente quota, cedono terreno rispetto al mercato complessivo, mentre il noleggio a lungo termine subisce una perdita significativa, scendendo al 30,1% del totale. Il noleggio a breve termine registra una diminuzione di circa un terzo dei volumi, evidenziando ulteriormente le difficoltà del settore.
Il ruolo delle politiche europee
Il 5 marzo scorso, la Commissione Europea ha presentato il “Piano di Azione Industriale per il Settore Automotive”, che, sebbene contenga suggerimenti utili, non offre misure concrete per rilanciare il settore. Le associazioni di categoria hanno proposto un emendamento per introdurre maggiore flessibilità sugli obiettivi di emissione di CO₂, permettendo di calcolare la conformità alle emissioni su un triennio. Questo approccio potrebbe aiutare a compensare eventuali scostamenti in un anno con risultati migliori in altri. Inoltre, il Piano di Azione prevede fondi per accelerare la diffusione delle stazioni di ricarica, ma è fondamentale estendere queste misure anche ai veicoli leggeri, poiché l’attuale rete di ricarica in Europa è inadeguata e rappresenta un ostacolo significativo alla diffusione della mobilità a zero emissioni.