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Hyundai e H2 Energy annunciano la costituzione di una joint venture chiamata “Hyundai Hydrogen Mobility”. Obiettivo? Rendere la mobilità del futuro ad idrogeno. L’accordo prevede che tra il 2019 e il 2025 Hyundai consegnerà 1.600 veicoli elettrici a celle a combustibile alla JV Hyundai Hydrogen Mobility. La joint venture a sua volta noleggerà un’ampia parte della flotta all’Associazione Svizzera H2, che comprende i principali operatori delle stazioni di rifornimento, società di trasporto e logistica e altri attori del settore impegnati nella promozione della mobilità a idrogeno in Svizzera. Oltre alla Svizzera, la joint venture proverà ad espandere la sua presenza anche in altri Paesi Europei e perché no, magari arriverà sulle nostre strade.
Idrogeno o elettrico?
In realtà in Casa Hyundai non sono i primi ad aver lavorato sulle automobili alimentate ad idrogeno. La soluzione ad idrogeno presenta infatti alcuni vantaggi: costa meno dell’elettricità, la durata dei rifornimenti è molto più breve, lo spazio e il peso delle celle ad idrogeno è nettamente inferiore rispetto alle batterie e il loro smaltimento è meno inquinante. Tutto molto bello, ma c’è un problema non irrilevante. La distribuzione dell’idrogeno è praticamente inesistente in Europa, e in Italia è anche peggio. Non a caso Hyundai si è appoggiata ad una compagnia di distribuzione dell’idrogeno per far partire la joint venture. Eppure risulta difficile pensare che si possa costruire da zero una rete di distribuzione dell’idrogeno per l’Europa alla pari di quanto fatto con l’elettricità. Honda ha infatti già commercializzato un veicolo (la Honda Clarity) nei Paesi Nordici e negli USA, ma non è riuscita ad entrare nei cinque grandi mercati europei proprio per questo motivo.
In Svizzera le cose cambiano
In Svizzera però questo problema non si pone, grazie infatti al lavoro con H2 la flotta di 1.600 camion avrà sempre il carburante nel momento del bisogno e probabilmente avrà un buon ritorno commerciale. Nella Confederazione sta infatti per essere introdotta una gravosa tassa sui veicoli commerciali diesel che potrebbe invogliare potenziali acquirenti a virare sull’idrogeno. Sarà sicuramente molto importante sia per Hyundai che per H2 sfruttare al meglio questi 6 anni di joint venture in Svizzera per testare al meglio il loro prodotto prima di provare a farlo entrare nel mercato europeo. Hyundai in questi anni non ha lavorato con la tecnologia ad idrogeno solo sui mezzi pesanti, ma ha già rilasciato dal 2013 due modelli ad idrogeno. Si tratta della Tucson Fuel Cell e della NEXO. Insieme ad Honda è infatti il produttore con la tecnologia più avanzata nell’elettrico non convenzionale.
Conclusione
Ogni costruttore sta lavorando sulla mobilità del futuro in modo diverso e sta interpretando in maniera diversa questi anni di transizione. Si tratta di una splendida notizia per un settore che oggi più che mai, in maniera anche silenziosa a volte, sta mutando molto rapidamente. Il lavoro svolto sull’idrogeno magari non pagherà quanto il lavoro svolto da Nissan, Tesla, Toyota, Jaguar e Peugeot sull’ibrido plug-in e full elettric, ma sicuramente farà percorrere al settore automotive una strada che altri non avrebbero avuto il coraggio di percorrere. E magari un giorno l’idrogeno sarà il nuovo elettrico.