Posso guidare l’auto di mio padre non convivente?

Si può guidare ad uso personale ed esclusivo un'auto intestata ad un familiare non convivente? Ecco cosa dice la legge a riguardo.

Spesso relativamente alle intestazioni sui libretti delle auto si tende a fare confusione relativamente alla possibilità di guidarle se queste non sono intestate alla persona indicata sul libretto. In questo articolo scopriremo se sarà possibile guidare un’auto intestata ad un familiare non convivente.

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Guidare un’auto intestata ad un familiare non convivente, è possibile?

Secondo la legge è possibile guidare un’automobile intestata ad un familiare, sia esso un genitore o qualsiasi altra persona legata da un rapporto di parentela diretta con chi vuole mettersi al volante, non convivente.

Vi è però un limite entro cui bisogna scrivere il proprio nome sul libretto di circolazione dell’auto recandosi in Motorizzazione. Questo tempo è fissato in 30 giorni, dopo 30 giorni di utilizzo di un’auto intestata ad un familiare non convivente è necessaria questa operazione.

Il motivo è presto spiegato, se si viene fermati e l’auto risulta intestata ad una persona che non convive con il guidatore, la polizia e/o i carabinieri riescono a vederlo recandosi in tempo reale sul sito dell’anagrafe del comune di residenza del fermato.

NB: Questa procedura si deve effettuare solo per uso esclusivo e personale del mezzo, se due familiari non conviventi decidono di comune accordo di utilizzare l’automobile alternativamente per i propri spostamenti non vi è bisogno di alcuna trascrizione in Motorizzazione.

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Sanzioni previste in caso di irregolarità

Se dopo 30 giorni di utilizzo personale ed esclusivo del mezzo intestato ad un familiare non convivente non viene trascritto il nome del guidatore sulla carta di circolazione si può essere sottoposti a sanzione amministrativa.

La sanzione amministrativa va da un minimo di 516,46 euro ad un massimo di 2.528,82 euro ed oltre a ciò vi è anche il ritiro del libretto dell’automobile.

Scritto da Filippo Imundi

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