Benritrovati nel decimo episodio, nonché primo del 2025, di Glorie d’Annata, la rubrica curata da Motorimagazine.it dove vengono trattate le automobili d’epoca e youngtimer, narrandone la storia e le quotazioni di mercato. In questo articolo si va in giappone per una coupé che ancora oggi è in grado di far battere forte il cuore degli appassionati: la Toyota Celica, in partiolare la prima generazione.
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Toyota Celica MK1: la sua storia
La storia della Toyota Celica MK1 ha inizio nel 1970, quando la casa giapponese è alla ricerca di un modello sportivo che abbia un prezzo d’acquisto più alla portata rispetto alla 2000 GT che era al tempo il massimo che potesse offrire.
Di conseguenza fu necessario mantenere le linee da coupé seppur a differenza del modello più potente ci si doveva avvicinare al design di riferimento del periodo, vale a dire quello americano. Fu così che nacque la Celica MK1 il cui look colpì immediatamente il pubblico, elemento che ancora oggi la rende riconoscibile agli occhi degli appassionati.
Tutto il corpo vettura è filante e le dimensioni contenute le conferiscono l’agilità necessaria per divertirsi in un percorso pieno di curve. Ad accompagnarla nei 7 anni di produzione 5 diverse motorizzazioni.
Debuttò con il motore 1.6 abbinato a carburatori Solex e nel corso del tempo arrivarono anche il 1.9, il 2.0 ed il 2.2 tutti motori a 4 cilindri.
La potenza iniziale fu di 113 cavalli e 142 Nm di coppia massima e negli esemplari più potenti si è potuto anche superare i 150 cavalli che con un peso a vuoto di 940 chili la facevano andare davvero veloce.
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Le quotazioni sul mercato
Le quotazioni sul mercato europeo variano a seconda che si tratti di una ST o della più sportiva GT dotata di più potenza e del doppio albero a camme in testa.
Il prezzo per una ST può oscillare da un minimo di 12 ad un massimo di 17 mila euro. La GT già è più cara con esemplari che partono da 23 mila euro per arrivare a toccare i 39 mila per quelli meglio conservati.
Si tratta, come per altre auto d’epoca, di un investimento importante ma che risulta necessario se ci si vuole mettere in garage un’icona della cultura automoblistica giapponese degli anni 70′.