Bentrovati in questo quarto episodio della rubrica “Glorie d’annata” dove vengono presentate le auto del passato che hanno avuto una storia, a volte importante, altre volte meno, in questo caso vale la prima categoria dato che l’auto che tratteremo ha segnato il nostro paese dal punto di vista automobilistico e stiamo parlando della Fiat 128.
LEGGI ANCHE: Indagine sull’innovazione tecnologica delle auto da corsa
Fiat 128: l’auto che ispirò la golf e cambiò l’Italia
La storia della Fiat 128 ebbe inizio nel 1969 quando debutta la prima serie, nelle versioni berlina e familiare, la principale caratteristica di quest’auto è che è stata la prima vettura Fiat ad essere dotata della trazione anteriore e godeva di un motore posto sullo stesso asse in posizione trasversale e con il cambio posto a sinistra del propulsore.
Questa disposizione venne chiamata da quel momento “disposizione Giacosa” dato che la inventò l’Ingegner Dante Giacosa, già ideatore di modelli importanti per la casa del Lingotto, uno su tutti la Fiat 500.
L’avanguardia tecnica di questo modello lo si vedeva nelle sospensioni a ruote indipendenti con schema McPhearson all’anteriore e in una sospensione con balestra trasversale, avente anche il ruolo di barra stabilizzatrice, per il posteriore.
Il motore al debutto è un 4 cilindri in linea, di 1.116 cm3 con albero a camme in testa in grado di sviluppare una potenza di 55 cavalli. Disponibile con carrozzeria a 4 porte a due o 3 volumi, sul finire del 1969 arriva anche la versione “familiare” basata sulla berlina.
La 128 vince il premio “auto dell’anno 1970” e a detta del designer Giorgetto Giugiaro, che ne vide una smontata quando andò a Wolfsburga a consegnare i bozzetti, (della Golf MK1) funse da ispirazione per la Golf, dato che lo schema tecnico era all’epoca avanguardistico e quindi ottima base per sviluppare la compatta tedesca.
Il 1972 e l’arrivo della seconda serie
Dopo gli ottimi risultati ottenuti con la prima serie, la Fiat decise di realizzare il restyling che comprendeva: una nuova calandra, la rimozione dei rostri dei paraurti, nuovi copriruote, interni rimodernati con un nuovo volante e fari posteriori dal nuovo look.
A livello di motori la gamma comprendeva l’iniziale 1.116 che fu a listino sino al 1976 e il neonato 1.3 che arrivò nel 1974 assieme alla 128 special. Lo stesso motore venne montato sulla versione Rally, rispetto alla normale la Special era più rifinita sia esteticamente che internamente ed il 1.3 le permetteva di raggiungere la velocità massima di 145 km/h migliorando l’accelerazione e la ripresa.
Dal 1977 al 1983 la terza serie
Fiat 128 nel 1977 venne sottoposta ad un ulteriore restyling che comprendeva l’aggiunta di paraurti anteriori in plastica e nuovi fanali, nonché delle luci di retromarcia al posteriore.
La plastica fu protagonista anche negli interni dove fu scelto di montare un volante più moderno ci fu anche una modifica al cambio al fine di diminuirne i consumi. Le vendite però non tornarono ai fasti di un tempo e complice l’arrivo della ritmo nel 1978 iniziò la fine di questo modello.
La 128 Rally
Nel 1971 ci fu il lancio della Rally, una versione dall’animo sportivo, caratterizzata da un calandra in nero opaco, strisce nere ai lati e fari posteriori derivati dalla 850 Coupé. Il motore fu portato a 1.3 di cilindrata per 67 cavalli di potenza.
LEGGI ANCHE: Glorie d’annata – Episodio 3 – Tatra 613: l’auto del KGB
Le quotazioni sul mercato
La 128 sul mercato dell’usato ha quotazioni che variano da un minimo di 1.500 euro per esemplari che hanno bisogno di un restauro sino ai 20.000 per le poche Rally in vendita.
Nel mezzo si trovano le versioni Special o Comfort Lusso (CL) di cui esemplari in ottime condizioni possono costare anche 10.000 euro. Le versioni normali possono anche costare poco più di 5.000 euro ed essere marcianti.
In generale è un’auto con cui avvicinarsi al mondo delle classiche, dato che gode una semplice manutenzione. Se si ha l’opportunità va benissimo puntare su una Rally e mettersi in garage un vero oggetto di culto.