Decisione che fa molto discutere in casa Red Bull: Gasly è infatti stato retrocesso in Toro Rosso. Albon in Red Bull
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Pochi giorni fa la Red Bull ha comunicato che, a partire dal Gran Premio del Belgio, il pilota anglo-tailandese Alexander Albon sarà il nuovo compagno di squadra di Max Verstappen, relegando invece il pilota francese Pierre Gasly in Toro Rosso insieme a Kvyat.
La decisione era nell’aria già da parecchie gare, soprattutto visto che in Red Bull non sono nuovi a decisioni del genere, ma si è trattata di una decisione corretta?
Red Bull Racing e Toro Rosso sono due scuderie facenti capo alla stessa azienda (la Red Bull) che hanno da sempre posto molta attenzione alla selezione e allo sviluppo dei giovani talenti. Da più di un decennio le due scuderie finanziano le carriere di giovani emergenti nelle serie minori per poi portarli in Formula 1 quando reputati maturi.
Il vivaio Red Bull è quello che ha sicuramente lanciato più giovani tra tutti i vivai, non solo in Formula 1 ma anche nelle competizioni su due ruote, motocross in primis. Questo approccio ha portato a grandi risultati con Sebastian Vettel (cresciuto in casa e vincitore di quattro mondiali con la Red Bull), Max Verstappen (attualmente uno dei piloti più forti in circolazione) e Daniel Ricciardo (ora in Renault dopo tutta una carriera con la Red Bull).
Tantissimi piloti però sono stati “coccolati” dalla scuderia e poi scaricati dalla stessa alle prime difficoltà. Il primo caso risale al 2011 con Alguersari, che fu licenziato in diretta TV da Helmut Marko per aver ostacolato il giro di Vettel durante le FP2 del Gran Premio di Corea. Alla fine dell’anno anche Buemi venne licenziato dal team per far posto a Ricciardo. Nel 2014 stessa sorte toccò a Vergne, che a 24 anni venne giudicato come troppo “vecchio” per poter esplodere, ora è due volte campione del mondo in Formula E.
Nel 2016, dopo quattro gare storte, venne retrocesso Kvyat per far posto a Verstappen, il russo aveva preceduto Daniel Ricciardo nella classifica finale piloti del 2015. Nel 2017 venne messo alla porta Carlos Sainz che ora è primo pilota in Mclaren. Insomma, in Red Bull con i piloti non sono molto stabili e tendono ad effettuare numerosi cambiamenti. Gasly è solo l’ultimo dei tanti.
Nel 2018 il pilota francese ha disputato un’ottima annata, al livello delle precedenti nelle formule minori.
Ha costantemente battuto il compagno di squadra Brendon Hartley (due volte campione del mondo WEC) e concluso gare vicino alla zona podio. Quest’anno però qualcosa non ha funzionato e Gasly non ha mai fornito prestazioni minimamente paragonabili a quelle del compagno di squadra. Guardando i distacchi abissali proprio con il compagno però un dubbio sorge spontaneo: un distacco così grande può essere giustificato solo dalle scarse prestazioni di un pilota?
Per quanto Pierre Gasly possa essere meno talentuoso e veloce di Max Verstappen gli otto decimi rimediati in qualifica in Ungheria sembrano essere veramente troppi per un pilota che comunque si è distinto in passato.
Che almeno una parte del distacco, sia in qualifica che in gara, non dipenda da un mezzo meno performante di quello del compagno? Suona improbabile che in Red Bull vogliano autoboicottarsi nel campionato costruttori, ma che magari la vettura di Gasly sia un po’ più trascurata sembra già più credibile.
Ovviamente non possiamo sapere come in Red Bull siano gestite le vetture, e se hanno deciso di sostituire un pilota avranno anche avuto i loro motivi.
La carriera del giovane pilota francese però rischia di subire un brutto ed indelebile stop dopo questa retrocessione, e forse non essendo il primo in Red Bull dovrebbero cambiare qualcosa nella gestione dei piloti. Il sedile di Gasly in Toro Rosso nel 2020 dovrebbe essere abbastanza sicuro, anche considerando il fatto che la Red Bull non ha più piloti dotati di licenza per correre in Formula 1. Se dovesse tornare a fare bene in Toro Rosso magari qualche team gli darà un’altra chance.
Dopo il podio ottenuto ad Hockenheim Kvyat sembrava il favorito per la conquista del sedile di Gasly. Eppure ancora una volta la Red Bull ha deciso di sorprendere tutti promuovendo Albon. Il pilota anglo-tailandese sta vivendo un vero e proprio sogno considerando che a novembre aveva appena firmato con la Nissan in Formula E, abbandonando ogni sogno di ingresso in Formula 1. Invece Mick Schumacher ha vinto il titolo in Formula 3, non consentendo a Ticktum (anche lui licenziato dal programma giovani talenti della Red Bull) di ottenere la licenza per la Formula 1.
In Toro Rosso hanno quindi dovuto virare su Albon. Nonostante fosse un rimpiazzo last-minute Albon non ha affatto sfigurato, tenendo testa al più esperto Kvyat. Giusto quindi dargli una chance in un top team e lasciare Kvyat a far crescere una Toro Rosso che ad oggi ha più che mai bisogno di punti.