Futuro dell’industria automobilistica europea: tra ibridi e sostenibilità

L'Unione Europea riconsidera il futuro delle auto ibride e la sostenibilità ambientale

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Il dialogo strategico sull’industria automobilistica

Il 5 marzo si avvicina e con esso le conclusioni del Dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica europea. In attesa di questo importante appuntamento, si susseguono voci e indiscrezioni riguardo le possibili decisioni che l’Unione Europea potrebbe adottare. Tra le notizie più rilevanti, la rivista tedesca Der Spiegel ha riportato che l’UE sta considerando una modifica significativa al divieto delle auto con motore a combustione interna (ICE) previsto per il 2035.

Questa modifica potrebbe includere la possibilità di mantenere in circolazione le auto ibride plug-in e i veicoli elettrici con Range Extender.

Le nuove opportunità per le auto ibride

Il documento in discussione presso la Commissione Europea suggerisce un approccio più flessibile per raggiungere la neutralità climatica. Secondo il testo, l’UE intende trovare soluzioni immediate per garantire la competitività dell’industria automobilistica, senza compromettere gli obiettivi fissati per il 2025.

Questo potrebbe includere l’uso di carburanti sintetici e una revisione delle normative attuali. La figura centrale di questo dibattito è Eckart Von Klaeden, ex ministro tedesco e attuale responsabile delle relazioni istituzionali di Mercedes-Benz, che ha sostenuto l’importanza dei veicoli ibridi come parte della transizione energetica.

Le sfide della sostenibilità ecologica

Tuttavia, la questione della sostenibilità delle auto ibride plug-in è complessa e controversa. Recenti studi hanno dimostrato che le emissioni di CO2 delle auto ibride sono significativamente superiori a quanto dichiarato.

La Commissione Europea ha confermato che, in condizioni reali, le emissioni di un campione di 600.000 veicoli ibridi sono risultate superiori del 20% rispetto ai valori di omologazione. Inoltre, le emissioni di anidride carbonica sono state in media 3,5 volte più alte rispetto ai dati di laboratorio. Questo solleva interrogativi sulla reale efficacia delle auto ibride nel contribuire alla riduzione delle emissioni e alla lotta contro il cambiamento climatico.

Nuovi standard e test più severi

Con l’entrata in vigore del nuovo standard Euro 6e-bis, le auto ibride plug-in dovranno affrontare test più rigorosi per l’omologazione. Questi test, che ora coprono una distanza simulata di 2.200 km, mirano a fornire dati più realistici sui consumi e sulle emissioni. Ad esempio, un test su una BMW X1 xDrive25e ha mostrato un aumento delle emissioni di CO2 da 45 g/km a 96 g/km.

Questi cambiamenti riguarderanno tutte le nuove ibride plug-in a partire dal 1° gennaio 2025 e, entro la fine dell’anno, anche i modelli già in circolazione.

La questione delle batterie e dei costi

Un altro aspetto cruciale da considerare è la sostituzione delle batterie ad alta tensione per le auto ibride. Questo processo può risultare complesso e costoso, con esempi come quello di una Volvo V60 Plug-in, per la quale la sostituzione della batteria è stata stimata a 44.000 euro, escluse le spese di installazione.

La reperibilità di batterie usate e i rischi associati alla loro sostituzione rappresentano ulteriori sfide per i proprietari di veicoli ibridi.