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Il futuro delle auto è un argomento che da sempre affascina tutti, da sempre proviamo infatti ad immaginare quali saranno le auto del futuro, come si guideranno (se si guideranno), quanto saranno sicure e performanti, quanto saranno smart e connesse con noi, quanto saranno comode e belle. Per poter analizzare il futuro automotive però bisogna andare prima ad analizzare il passato del settore. Bisogna infatti prima capire come sono cambiate le auto negli ultimi decenni ma soprattutto come sono cambiati, strutturalmente e finanziariamente, i grandi gruppi costruttori.
I cambiamenti degli ultimi anni
L’ingresso dei marchi asiatici
Negli ultimi anni il settore automotive è cambiato in maniera radicale. I piccoli costruttori sono stati infatti assorbiti dai grandi gruppi che hanno perso la loro identità nazionale. Se fino agli anni Novanta poteva infatti esistere l’idea di marchio legato al territorio o alla Nazione possedeva importanti quote di mercato nel Paese d’origine, con l’avanzare della globalizzazione la territorialità ha perso la sua centralità. Sono infatti entrate nel mercato europeo ed americano numerosi costruttori asiatici che, forti di costi di produzione più bassi ed una qualità sugli standard europei, hanno iniziato ad erodere importanti fette di mercato ai costruttori occidentali.
I cambi di produttività
L’ingresso dei costruttori asiatici (Toyota in primis) ha rotto i precari equilibri del mercato. Basti pensare alla crisi delle Big Three di Detroit, culminata con il fallimento di General Motors e Chrysler, per rendersi conto della portata del cambiamento. La crisi delle Big Three di Detroit ha avuto importanti ripercussioni sul modo di fare azienda nel settore automotive Nord-Americano, costringendolo ad ammodernare i modelli e ad innalzare la qualità.
Produzione snella
Oltre al costo della manodopera, notoriamente più bassa in Asia, uno dei punti di forza delle concorrenti asiatiche è la produzione, molto più efficiente ed economica della produzione occidentale. Per poter competere la Fiat (e poi successivamente FCA) hanno dovuto rimodernare gli stabilimenti produttivi ed accentuare i processi di “produzione snella”, ovvero la produzione senza sprechi.
Il cambio della domanda
Ad accentuare questi processi di globalizzazione e decentramento territoriale è l’aumento della domanda nei Paesi emergenti. In Cina soprattutto la domanda di veicoli è aumentata del 700% tra il 2005 e il 2015, convincendo molti gruppi a produrre in Cina con l’intenzione di vendere le auto alle classi borghesi emergenti. Invece la domanda in Europa è calata (con la sola eccezione della Germania). In poche parole: il mercato interno non è più sufficiente.
Conclusione
Tutti questi cambiamenti, molto brevemente accennati, hanno avuto un forte impatto sul settore automotive. Oltre che sulle automobili stesse questi cambiamenti hanno modificato consistentemente il modo di fare azienda, cosa non da poco. Forse qualcuno si starà chiedendo perché abbiamo parlato così tanto del passato del settore in un articolo sul futuro automotive. La risposta è semplice: il futuro del settore parte da questi cambiamenti. Queste piccole rivoluzioni, miste alla crisi del 2008, hanno segnato in maniera indelebile il futuro delle auto, facendo si che nulla possa tornare come prima.
Nel prossimo articolo analizzeremo le probabili traiettorie che il futuro automotive prenderà nel modo di fare azienda e come ciò avrà un forte impatto sui clienti. Nel terzo ed ultimo articolo andremo invece a sbizzarrirci sulle tecnologie che (forse) vedremo a bordo tra qualche anno.
(Foto di Jaguar)