ECOBONUS AUTO 2025: come potrà essere applicato

Il governo è al lavoro per il nuovo piano relativo agli Ecobonus per il settore Automotive a partire dal 2025.

Gli incentivi auto si sono rivelati molto apprezzati dai cittadini dato che da quando sono stati introdotti, vale a dire nel 2022, sono stati sfruttati per l’acquisto di nuove auto così da rinnovare il parco circolante che nel nostro paese è il più vecchio d’Europa. Il governo attuale si è trovato con le aziende del settore per provare a intavolare il futuro.

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Ecobonus Auto 2025: dal prossimo anno il registro cambia

Urso in occasione del faccia a faccia con le aziende del settore ha iniziato a tracciare quelle che possono essere le linee guida del bonus e del suo stanziamento a partire dal prossimo anno.

Infatti per il prossimo anno verranno stanziati ancora 750 milioni di euro per l’acquisto di nuove auto e per la conseguente rottamazione delle vecchie. Questa somme si alzerà a partire dal 2026 ad un miliardo di euro, sino alla scadenza prevista nel 2030.

L’aumento è rivolto a far si che l’industria automobilistica italiana possa risollevarsi dal momento di torpore che sta vivendo, garantendo quindi un’offerta più ampia e varia sul piano dei modelli prodotti nel nostro paese.

Infatti il governo italiano punta molto a far sì che l’Automotive torni ad essere uno dei settori trainanti del paese. Una missione al momento davvero complicata da realizzare anche se c’è ancora tempo.

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Prosegue la ricerca del secondo costruttore da affiancare a Stellantis

A partire da settembre il governo proseguirà ad allestire trattative con i costruttori cinesi con l’obiettivo di attrarne uno importante e spingerlo quindi alla produzione di veicoli nel nostro paese in qualità di base per il mercato europeo.

Dato che BYD ha scelto l’Ungheria come base produttiva ora restano Aiways e Dongfeng, quest’ultimo potrebbe entrare nell’asset produttivo tricolore affiancando Stellantis e fornendo al nostro paese un supporto verso una corretta transizione.

Ora è difficile fare previsioni, ma se questo dovesse realizzarsi si tratterebbe di una buona notizia per i lavoratori del settore che quindi potrebbero continuare a operare.

Scritto da Filippo Imundi

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