Didi Hitch death: torna nuovamente operativo dopo 1 anno di stop

Didi Hitch, servizio di car sharing cinese torna disponibile dopo uno stop di un anno per due omicidi compiuti da due propri dipendenti.

Didi Hitch l’omologo cinese di Uber torna ad essere disponibile dopo uno stop di un anno a causa di due omicidi compiuti da due propri dipendenti, fenomeno che ha preso il nome di Didi Hitch death. Il servizio prenderà il via in aree urbane per un periodo limitato di tempo, 3 ore dalle 17 alle 20. Inizialmente l’azienda aveva previsto un’allungamento del turno di lavoro per gli uomini sino alle 23. L’opinione pubblica ha criticato la scelta perché andava contro la parità culturale. Ha portato così l’azienda a stabilire il medesimo orario per entrambi i sessi.

Didi Hitch death, la storia

All’inizio della sua storia il servizio era pieno di riferimenti sessuali. Famosa la pubblicità che incitava l’utilizzo di una gonna corta per ottenere un passaggio. Nelle prime versioni presenti tag come “gambe lunghe” o “donna avvenente” utilizzati per descrivere la clientela a cui era stato dato un passaggio. Messaggi molto pericolosi che forse hanno fomentato l’opinione pubblica nei confronti del servizio.

Alcuni autisti non si sono limitati però all’utilizzo di tag e commenti fuori luogo (già fatti gravi di per sè) ma sono passati addirittura all’azione. Un’assistente di volo di 21 anni fu uccisa da un autista che prima aveva cercato di importunarla. La giovane aveva provato a chattare con un’amica descrivendole ciò che stava accadendo, cercando un aiuto ma poi la comunicazione si interruppe. L’autista autore dell’omicidio era già stato segnalato tramite l’applicazione per comportamenti inadeguati, ma l’azienda non ha preso provvedimenti.

Un’altro omicidio, altra ragazza

Quattro mesi dopo una ragazza di 20 anni fu violentata, accoltellata e successivamente gettata in un dirupo mentre stava cercando di dirigersi da una sua amica con Didi Hitch death. Anche questa ragazza aveva inviato un messaggio di aiuto all’amica senza però fornire indicazioni. L’uomo aveva spento il cellulare della ragazza facendo perdere le traccie, il corpo è stato ritrovato il giorno seguente. La vittima aveva segnalato i comportamenti dell’autista il giorno prima del fatto e la società aveva promesso di esaminare il caso dopo la denuncia. Purtroppo non fu così perché la ragazza il giorno dopo risalì sulla medesima auto, un errore che le costò la vita.

Il ritorno in modalità beta

Ad un anno da questi fatti l’applicazione torna operativa in modalità beta. L’app gode di sistemi di sicurezza aggiornati, come ad esempio l’obbligo di segnalare i percorsi effettuati e sui passeggeri prima del servizio. Un problema che non sembra toccare, attualmente, servizi come Uber attivo in Europa, America e anche in numerosi paesi Orientali. L’azienda implementerà un sistema di identificazione per le situazioni a rischio come i passaggi alla sera o verso destinazioni lontane, così da poter intervenire. La domanda è: Basterà tutto questo ad evitare situazioni pericolose?

Scritto da Filippo Imundi

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