Cyclone V-Twin: cosa sapere sulla moto più cara al mondo

Si tratta di una moto del 1915 prodotta in poche centinaia di esemplari che ha osato, riuscendoci, sfidare Harley-Davidson e Indian.

Il mondo delle moto da collezione è sempre pronto a stupire gli appassionati con trattative ed offerte che hanno dell’incredibile per la rarità dei mezzi e per le quotazioni che gli appassionati sono disposti a spendere per accaparrarsi un pezzo di storia del motorismo mondiale. Scopriamo di più sulla moto più costosa al mondo.

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Cyclone V-Twin: la moto più cara al mondo

Per scoprire che moto è stata quella che è stata battuta per la cifra record di 1.320.000 dollari, un primato perché mai nessuna moto prima d’ora è riuscita a superare il milione di dollari ad un’asta, bisogna fare un salto indietro nel tempo di oltre un secolo.

Siamo infatti nei primi del ‘900, la moto in questione è del 1915 ed è stata prodotta dalla Joerns Motor Manufacturing Company, originaria di Sant Paul un paese nel Minnesota, Stati Uniti.

Cyclone, questo era il nome del modello, l’esemplare in vendita è una V-Twin di cui ne sono state prodotte meno di 300 esemplari in un arco di tempo di 5 anni, dal 1912 al 1917.

I numeri come si è potuto leggere sono molto bassi, aggiungiamo il fatto che quelle rimaste si contano sulle dita di una mano ed ecco che il gioco è fatto.

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Che marchio era la Joerns Motor Manufacturing Company?

Questa casa motociclistica di origine americana è salita alla ribalta in un contesto difficile dato che negli USA vi erano già due marchi che sono rimasti iconici nell’immaginario collettivo: Harley-Davidson e Indian.

Di fronte a questi due mostri sacri la Joerns doveva riuscire a distinguersi e per tutto il periodo di vita ci è anche riuscita egregiamente. Le moto infatti avevano delle prestazioni ed una tecnologia molto più avanzate, questo però comportava un maggior costo di produzione.

La difficoltà che comportava, a livello economico, produrre moto così futuristiche ha portato ben presto l’azienda al collasso, le moto rimaste tuttavia sono consacrate nell’olimpo del settore e diventano oggetti del desiderio di facoltosi intenditori.

Scritto da Filippo Imundi
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