Il cambio a variazione automatica non è nient’altro che un cambio automatico. Infatti è un cambio che automaticamente è capace di variare il rapporto tra le singole ruote dentate che lo compongono, salendo o scendendo di marcia.
Vi è poi una ulteriore differenza, tra cambio automatico tradizionale e cambio a variazione automatica continua, chiamato anche brevemente CVT, il cui progenitore fu Leonardo da Vinci…addirittura prima dell’automobile. A differenza di un cambio tradizionale manuale o automatico, il cambio a variazione continua non prevede ruote dentate che accoppiandosi trovano un certo numero di rapporti, ma semplicemente una cingia e due pulegge, una di entrata o di moto e una di uscita. La strattura appare quindi più semplice, meno complessa, con minori parti e meno costosa.
Un esempio di cambio a variazione continua è quello dei motorini. Le pulegge si distanziano automaticamente tra loro creando quindi una certa distanza e costringendo la cinghia a lavorare in maniera diversa ogni volta, cioè a salire o a scendere, dando lo stesso “rapporto” delle ruote dentate. La sensazione è molto simile a quella che si ha con il cambio delle biciclette e la guida di una vettura dotata di variazione continua risulta più fluida e omogenea, quasi a non avvertire il mutamento di rapporti. I cambi automatici moderni muniti di variatore continuo, offrono anhe la possibilità di variare manualmente la distanza delle pulegge, agendo sulla leva del cambio presente nell’abitacolo.
Cos’è il cambio a variazione automatica
Pubblicato il 26/12/2015 alle 08:00