Meno 2,4% per l'Italia a febbraio 2019, meno 8,8% per la Spagna
Non un gran periodo per il mercato automotive italiano ed europeo.
Il calo delle immatricolazioni iniziato a fine 2018 continua anche a febbraio con un -0,9%. Nonostante non si tratti di un dato eccessivamente preoccupante (siamo sotto l’1%) desta preoccupazione il continuo stallo delle vendite dovuto alla fase transitoria del settore e al rallentamento dell’economia globale.
Il Centro Studi Promotor, autorevole centro di ricerca e analisi dei dati, ha diramato e analizzato i dati sulle immatricolazioni.
Secondo quanto riportato dallo stesso le cause del calo sono principalmente due: la demonizzazione del diesel e il rallentamento dell’economia globale. La prima causa danneggia molto il mercato perché disincentiva l’acquista dei veicoli a gasolio. Il problema è che la maggior parte dei clienti non riesce a ritrovare i vantaggi del diesel nelle altre forme di motorizzazione, rallentando le vendite. La seconda causa danneggia ancora di più le Case e castra la domanda.
Le Case si stanno sempre di più orientando verso forme di alimentazione rinnovabili e a basso impatto ecologico. Ma l’incertezza dovuta da questo cambiamento combinata con il rallentamento dell’economia globale provoca uno stato di stallo nelle vendite.
La situazione nei cinque maggiori mercati europei (Germania, Francia, Inghilterra, Italia e Spagna), che insieme formano il 70% delle immatricolazioni risulta molto diversa. Germania, Francia e Inghilterra chiudono infatti febbraio con il segno più, rispettivamente del 2,7 tedesco, 2,1 francese e 1,4 inglese.
Italia e Spagna sono invece in una fase di contrazione. L’Italia ha infatti chiuso il mese di febbraio con un meno 2,4%. Dato che probabilmente sarebbe stato anche peggiore se i concessionari non avessero immatricolato un buon numero di veicoli per svincolarli dall’ecotassa entrata in vigore il primo marzo. Ancora più preoccupante il dato in Spagna, meno 8,8%. In questo caso oltre ai privati anche le società di noleggio hanno avuto una notevole frenata.
Al momento i dati non sono ancora preoccupanti e sono ben lontani da quelli della grande crisi del 2008. Sicuramente questo stallo non invoglia le Case automobilistiche ad investire e a proporre nuovi modelli, ma c’è ancora un certo ottimismo per un buon 2019 a livello di immatricolazioni. Questi numeri, più che una crisi del settore, denotano uno stallo che prima o poi si risolverà. La risoluzione di questo stallo potrebbe essere però favorita da un’ambiente meno penalizzante per il settore e da una stabilizzazione della tecnologia adoperata.
Infine una ripresa dell’economia globale darebbe favorirebbe ulteriormente le immatricolazioni nei Paesi europei.