Non un gran periodo per il mercato automotive italiano ed europeo. Il calo delle immatricolazioni iniziato a fine 2018 continua anche a febbraio con un -0,9%. Nonostante non si tratti di un dato eccessivamente preoccupante (siamo sotto l’1%) desta preoccupazione il continuo stallo delle vendite dovuto alla fase transitoria del settore e al rallentamento dell’economia globale.
Le cause del calo
Il Centro Studi Promotor, autorevole centro di ricerca e analisi dei dati, ha diramato e analizzato i dati sulle immatricolazioni. Secondo quanto riportato dallo stesso le cause del calo sono principalmente due: la demonizzazione del diesel e il rallentamento dell’economia globale. La prima causa danneggia molto il mercato perché disincentiva l’acquista dei veicoli a gasolio. Il problema è che la maggior parte dei clienti non riesce a ritrovare i vantaggi del diesel nelle altre forme di motorizzazione, rallentando le vendite. La seconda causa danneggia ancora di più le Case e castra la domanda. Le Case si stanno sempre di più orientando verso forme di alimentazione rinnovabili e a basso impatto ecologico. Ma l’incertezza dovuta da questo cambiamento combinata con il rallentamento dell’economia globale provoca uno stato di stallo nelle vendite.
La situazione nei 5 maggiori mercati
La situazione nei cinque maggiori mercati europei (Germania, Francia, Inghilterra, Italia e Spagna), che insieme formano il 70% delle immatricolazioni risulta molto diversa. Germania, Francia e Inghilterra chiudono infatti febbraio con il segno più, rispettivamente del 2,7 tedesco, 2,1 francese e 1,4 inglese. Italia e Spagna sono invece in una fase di contrazione. L’Italia ha infatti chiuso il mese di febbraio con un meno 2,4%. Dato che probabilmente sarebbe stato anche peggiore se i concessionari non avessero immatricolato un buon numero di veicoli per svincolarli dall’ecotassa entrata in vigore il primo marzo. Ancora più preoccupante il dato in Spagna, meno 8,8%. In questo caso oltre ai privati anche le società di noleggio hanno avuto una notevole frenata.
Bisogna preoccuparsi?
Al momento i dati non sono ancora preoccupanti e sono ben lontani da quelli della grande crisi del 2008. Sicuramente questo stallo non invoglia le Case automobilistiche ad investire e a proporre nuovi modelli, ma c’è ancora un certo ottimismo per un buon 2019 a livello di immatricolazioni. Questi numeri, più che una crisi del settore, denotano uno stallo che prima o poi si risolverà. La risoluzione di questo stallo potrebbe essere però favorita da un’ambiente meno penalizzante per il settore e da una stabilizzazione della tecnologia adoperata. Infine una ripresa dell’economia globale darebbe favorirebbe ulteriormente le immatricolazioni nei Paesi europei.