Come funziona il motore a scoppio

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Due italiani, un francese e un tedesco contribuirono allo sviluppo del motore a scoppio a metà del 1800, ma iniziare ad avviare la produzione industriale fu il tedesco Nikolaus Otto.

E’ un motore a combustione composto da un carburatore in cui si forma una miscela di aria e benzina, più cilindri in cui scorrono i pistoni, due valvole per l’aspirazione e lo scarico e una candela fondamentale per l’accensione della miscela, oltre a una camera di combustione, una biella e una manovella. E’ conosciuto anche come motore a quattro tempi. Nel primo avviene l’aspirazione: lo stantuffo si muove dall’alto verso il basso aspirando attraverso la valvola una imscela di aria e benzina.

Nel secondo tempo avviene la compressione, quando la miscela è enl cilindro lo stantuffo inizia a muoversi e compire la miscela. Avviene quindi lo scoppio: una scintilla elettrica determinata dalla candela fa esplodere la miscela, la dilatazione dei gas spinge con violenza lo stantuffo all’interno. Nel quarto tempo avviene lo scarico, ovvero lo stantuffo si muove comprimendo i gas dello scoppio, la valvola di scarico si apre. Di solito il motore di un’auto è costuito da quattro cilindri collegati tra loro, ma gli scoppi all’interno non avvengono in contemporanea.

Sono sfasati in modo da assicurare una spinta continua alla vettura. La biella e la manovella trasmettono il movimento degli stantuffi all’albero motore e quindi alle ruote.