Nella guida che proponiamo oggi, vediamo come calcolare il giusto valore di un’auto usata.
I compratori, siano essi concessionarie, autosaloni, commercianti, hanno a disposizione due libretti, chiamati Eurotax, uno giallo e l’altro azzurro: su uno viene indicato il valore di rivendita, sull’altro il valore di acquisto, tutte cifre indicative.
Chi vende deve proporsi comunque con un’idea non tanto di ciò che vorrebbe realizzare, ma quanto più sul valore effettivo della macchina. Una buona base di partenza è la valutazione Quattroruote, che si trova sulla rivista oppure più approfonditamente pagandola sul sito ufficiale.
La valutazione tiene conto innanzitutto dei km percorsi e dell’anno di immaticolazione. Questi due parametri fanno la grande determinante nello stabilire il valore di un usato. Da qui poi vi sono altri parametri e coefficienti da applicare per calcolare in maniera più fine il valore: stato della carrozzeria, manutenzioni svolte, eventuali garanzie ancora presenti, eventuali incidenti incorsi, optionals e accessori montati in fase di acquisto e post acquisto, usura delle gomme, stato d’uso degli interni.
Tutto ciò può spostare una valutazione anche di un migliaio di euro o poco più, a seconda dei casi, in più o in meno. Infatti le valutazioni redatte sui giornali e sulle riviste, tengono conto di un numero di km annuali medi che è indicativo, ma se questi sono nella realtà eccedenti, allora vi sono dei coefficienti che vanno a decurtare il valore del mezzo.
Se ad esempio una vettura che ci si accinge a cedere ha da poco sostenuto il tagliando, oppure ha da poco sostituito i pneumatici, o ha subito qualche intervento di manutenzione particolare (ad esempio sostituzione singhia di distribuzione), è possibile aggiungere alla valutazione anche 200-500 euro a seconda del veicolo.
Di contro, se non è stato ancora sostenuto nulla di ciò, è possibile anche decurtare il valore di qualche centinaio di euro, dato che saranno costi che l’acquirente dovrà sostenere nell’immediatezza.