Il circuito di Zandvoort, noto anche come Circuit Park Zandvoort, è stato costruito a metà del secolo scorso: ecco la sua storia e le sue caratteristiche.
Il circuito di Zandvoort si trova in prossimità dell’omonima città di Zandvoort, dalla quale prende il nome, situata nei Paesi Bassi.
Il circuito di Zandvoort, destinato alle competizioni automobilistiche, è stato commissionato nel 1939 ma, a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, è stato ultimato soltanto nel 1948.
Sul tracciato, sono state corse trena edizioni del Gran Premio d’Olanda di Formula 1, organizzate in un arco temporale compreso tra il 1952 e il 1985, e il Gran Premio di Zandvoort del 1949.
L’autodromo è stato reinserito ufficialmente tra i luoghi designati a ospitare gare di Formula 1 a partire dal 14 maggio 2019, in vista della stagione 2020.
Il reinserimento, tuttavia, è slittato al calendario di Formula 1 2021 a causa dei ritardi e delle limitazioni imposti dalla pandemia da coronavirus.
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Il circuito di Zandvoort, particolarmente apprezzato dai piloti, è stato realizzato nei pressi del mare e, per questo motivo, è frequentemente soggetto alle insidie del vento che trasporta sabbia sul tracciato.
Il Circuit Park Zandvoort, inoltre, è caratterizzato anche da molteplici e significative variazioni altimetriche che possono arrivare fino ai 7,92 metri di differenza.
Tra i tratti peculiari dell’autodromo vi sono la cosiddetta curva Tarzan ossia un tornante a destra disposto alla fine del rettilineo iniziale e connotato da una considerevole sopraelevazione e il tratto a velocità estremamente elevato situato lungo la cresta Hunse.
Il tracciato è stato ripetutamente modificato e riorganizzato ma i tratti appena citati sono ancora, a tutt’oggi, presenti.
Gareggiando presso il Circuit Park Zandvoort, hanno perso la vita due piloti: Piers Courage nel 1970 e Roger Williamson nel 1973. In questo contesto, sempre nel 1973, il sindacato dei piloti di Formula 1 battezzato Grand PrixDrivers’ Association esercitò estenuanti pressioni affinché venisse installate barriere protettive in acciaio lungo tutto il perimetro della pista. Una simile iniziativa portò, di conseguenza, a rivedere anche la struttura del circuito e a una serie di modifiche apportate nel corso degli anni.
Sul finire del 2018, poi, la pista è stata inclusa nel calendario 2020 della Formula 1, slittando poi al calendario 2021 a causa di complicanze relative al Covid. A questo proposito, il tracciato è stato ristrutturato in modo tale da conformarsi alle nuove norme di sicurezza esistenti che hanno portato all’introduzione di una curva finale soprelevata battezzata Hugenholtzbocht.
L’autodromo al momento è lungo, complessivamente, 4.259 metri ed è composto da un totale di 14 curve.
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