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Tutto quello che c’è da sapere sulla cintura di sicurezza: obbligo, esenzioni, sicurezza per la totale incolumità di conducente e passeggero.
La cintura di sicurezza è uno dei rimedi più utili per prevenire le conseguenze negative di un incidente. Alla pari del casco in una motocicletta, deve essere indossata per evitare danni gravi permanenti in caso di collisione.
L’Articolo 172 del Codice della strada stabilisce che tutti gli occupanti dei veicoli, sia nei sedili anteriori che in quelli posteriori, devono indossare le cinture di sicurezza.
In caso di presenza di bambini di statura inferiore a 1,50 m, devono essere utilizzati altri sistemi di ritenuta, idonei alla loro altezza e peso. Il conducente è il diretto responsabile del mancato rispetto della cintura di sicurezza, nonché degli eventuali danni subiti dai passeggeri in caso di incidente. La legge prevede, tuttavia, delle eccezioni.
Le cinture di sicurezza possono non essere utilizzate da alcune categorie. Ad esempio, durante il trasporto in taxi e noleggio auto con conducente, i bambini possono rimanere nei sedili posteriori senza alcun sistema di ritenuta, purché siano accompagnati da un adulto di età superiore ai 16 anni.
Sui mezzi privi di ritenuta, i bambini fino a tre anni non possono viaggiare, mentre per quelli che hanno superato il terzo anno di età e sono alti almeno 1,50 m, possono viaggiare sui sedili posteriori. Dall’obbligo di uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini sono esentate le forze di polizia, la polizia municipale e provinciale, le forze armate, gli addetti ai servizi antincendio e sanitari in caso di intervento di emergenza, gli istruttori di guida, gli addetti ai servizi di vigilanza privati che effettuano scorte, conducenti dei veicoli per la raccolta e il trasporto dei rifiuti in servizio nei centri abitati.
Presentando un regolare certificato medico, sono esentate anche le persone affette da malattie particolari per cui l’utilizzo delle cinture potrebbe essere causa di aggravamento della patologia stessa. Per ovvi motivi, anche le donne in gravidanza possono non indossare la cintura di sicurezza.
Entrato in vigore nel 1988, l’obbligo della cintura di sicurezza è stato esteso nel 2006 a tutte le categorie e tipologie di veicoli. Indossare la cintura di sicurezza è quindi un obbligo normativo che deve essere rispettato.
Il conducente che non indossa la cintura di sicurezza è soggetto a una sanzione amministrativa che va da 81 € a 326 € e alla sottrazione di 5 punti dalla patente. Inoltre, in caso di recidiva nel biennio, è prevista anche la sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi.
La cintura di sicurezza rappresenta un rimedio essenziale per garantire la totale incolumità di conducente e passeggeri. Si tratta di un dispositivo integrato nell’abitacolo capace di trattenere il corpo, evitando di sbalzare sotto l’azione dell’energia cinetica.
Il funzionamento delle cinture di sicurezza è stato potenziato negli ultimi anni con l’installazione degli airbag che, attivandosi in caso di urto, garantiscono una maggiore protezione del corpo.
A seguito dell’estensione dell’obbligo della cintura di sicurezza a tutte le tipologie di veicoli, il numero degli incidenti e dei morti a partire dal 2006 si è nettamente ridotto. Certo è che una riduzione delle vittime negli incidenti stradali non significa aver raggiunto la soglia dei zero morti e c’è ancora molto da fare.
Le sanzioni non aiutano comunque a frenare il comportamento scorretto di molti automobilisti che continuano a non indossare la cintura di sicurezza, non solo per sé stessi ma anche per i propri passeggeri. Sicuramente, la buona informazione e sensibilizzazione giocano un ruolo importante, tanto quanto il buon senso civile.