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Calcolo pedaggio autostradale sono tre parole che ci vengono in mente spesso. Soprattutto quando nelle calde giornate d’agosto ci troviamo in coda davanti al casello per versare il denaro. Per poi poter usufruire della comodità delle autostrade italiane.
Così, mentre osserviamo i fortunati in possesso di Telepass che ci sorpassano nella colonna a fianco e sfrecciano via cavandosela con un piccolo biiip, malediciamo in silenzio l’obbligo di pagare il pedaggio e ci domandiamo con quale criterio chi di dovere stabilisca il prezzo che ogni automobilista deve pagare per compiere un determinato tragitto.
Già, come funziona il calcolo pedaggio autostradale? Quante monetine dobbiamo cavare a fatica dal fondo del portafogli, quando le auto in fila dietro di noi ci infondono silenziosamente ansia e la macchinetta che si mangerà i nostri soldi attende con aria minacciosa? Scopriamolo insieme.
Differenza tra infrastruttura autostradale di pianura e di montagna
Innanzitutto ci sono di differenti costi per diversi tratti autostradali. Il pedaggio da noi pagato è destinato in particolar modo alla manutenzione. Basti pensare alle macchine che circolano ad alta velocità, un manto stradale in cattive condizioni sarebbe davvero pericoloso. Quindi le autostrade che richiedono più cure e attenzioni, in particolare se sono in montagna, richiedono una spesa maggiore.
Pensiamo solo all’enorme impiego di risorse necessario per costruire una galleria. Immaginiamo quali danni potrebbero verificarsi se le cavità già esistenti non fossero tenute in buono stato. Allora il calcolo pedaggio autostradale comincia a sembrarvi ragionevole, vero?
Differenza tra tratte a “sistema aperto” e “sistema chiuso”
Pensando alle questioni tecniche, nel nostro Paese esistono sistemi autostradali chiusi, più numerosi, e sistemi aperti, più rari. I primi sono le tariffe suddivise per fasce chilometriche, caselli, biglietto da ritirare all’ingresso della tratta e da conservare fino all’uscita, e così via; il secondo invece prevede tratte a costo fisso, non condizionato dalla distanza percorsa da un’automobile. Interessante notare che il sistema prevede che alcuni segmenti autostradali siano addirittura gratuiti. Laddove l’apposita barriera per il pagamento del pedaggio non è presente a uno svincolo, le macchine possono circolare liberamente con buona pace di tutti.
Esempi di tratte a sistema aperto si trovano per esempio sull’autostrada dei Laghi, sulle tangenziali di Milano e Torino e su quella di Napoli.
Importo di competenza Anas
Stiamo finalmente iniziando a capire qualcosa del calcolo pedaggio autostradale. Dobbiamo però vedere come si ottiene in termini pratici la quota che paghiamo al casello. Occorre partire da una tariffa unitaria (variabile in base alla classe del veicolo, alla società che gestisce una determinata tratta e, come detto, alle caratteristiche della strada in questione) e moltiplicarla per il numero di chilometri percorsi.
Sembra semplice, ma non dobbiamo dimenticare che a ogni chilometro va aggiunta la quota di competenza ANAS. Si tratta della parte di guadagno che deve essere versata all’Ente concedente, quindi all’ANAS. Tale regola deriva dalle varie convenzioni stipulate tra quest’ultimo e le società concessionarie che possiedono le autostrade. Essenzialmente, l’ANAS permette alle suddette società di gestire le rispettive tratte, e in cambio ottiene una quota dei pedaggi versati dai “clienti” delle autostrade.