Le auto di The Rock: una passione per pick-up e le auto sportive

La collezione di auto di The Rock, dalla prima Ford Thunderbird del '77 alla passione per pick-up e auto sportive

Dwayne Johnson, per tutti “The Rock”, è una delle icone del cinema contemporaneo. Fenomeno del wrestling, si è affermato in pochi anni come attore di successo e oggi è una delle star più pagate di Hollywood. E buona parte dei suoi guadagni sono stati investiti per creare un parco auto davvero invidiabile.

Le auto di The Rock: la prima Ford Thunderbird

La prima auto di The Rock è stata una Ford Thunderbird del 1977, acquistata per 40 dollari da uno sconosciuto all’uscita di scuola. Non proprio un affare. L’auto era senza benzina e piena di tagli sui sedili anteriori e posteriori. In più aveva il serbatoio bloccato e mancava la chiave. Risultato? La Thunderbird venne abbandonata dopo pochi chilometri nel parcheggio di un fast food.

La collezione di pick-up

Smaltita la delusione per la Thunderbird, The Rock ha iniziato la sua collezione di auto con un pick-up Ford comprato per poche centinaia di dollari. Più che un’auto una vera e propria compagnia di vita: l’attore ci ha trascorso molte notti e per comodità ci ha messo dentro anche un materassino ad acqua. Per questo motivo tra le auto di The Rock non possono mancare i pick-up. Tra i più belli ci sono due Ford F-150, uno azzurro e uno nero, una Dodge Ram e un Hummer rosso.

Le auto sportive

Nonostante la stazza, The Rock ha una collezione di supercar invidiabile. Una delle più belle è sicuramente la Pagani Huayra pagata 1 milione e 300mila dollari. A farle buona compagnia ci sono anche una Hennessey e varie Ferrari, tra cui ne spicca una color bianco perla. Ultima della scuderia la Rolls Royce Wraith nero antracite.

Le auto regalate

The Rock non ama soltanto possedere auto di lusso, ma anche regalarle. Oltre a quelle elargite in beneficienza, l’attore è passato agli onori delle cronache per aver donato una F-150 alla figlia Simone e vari van e station wagon agli amici di infanzia meno fortunati di lui.

Scritto da Andrea Fabbri

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