Aumento dell’accisa sul diesel: cosa cambia per gli automobilisti

Il governo italiano approva l'aumento graduale dell'accisa sul diesel per allinearla a quella della benzina entro il 2030.

Il contesto dell’aumento dell’accisa sul diesel

Recentemente, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo che prevede un aumento dell’accisa sul diesel per autotrazione. Questa decisione si inserisce nel più ampio contesto della riforma fiscale e mira a riequilibrare le accise sui carburanti, con l’obiettivo di allineare l’accisa sul gasolio a quella della benzina entro il 2030. Attualmente, l’accisa sulla benzina è più alta rispetto a quella sul diesel, e il governo ha deciso di intervenire per ridurre questo divario.

Tempistiche e modalità dell’aumento

Il rialzo dell’accisa sul gasolio sarà graduale e dovrebbe iniziare tra la metà di quest’anno e l’inizio del prossimo. Il governo ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento per finanziare il rinnovo del contratto per gli autoferrotranvieri, che richiede circa 500 milioni di euro. Le risorse derivanti dall’aumento dell’accisa saranno destinate principalmente al trasporto pubblico locale, in linea con le raccomandazioni della Commissione europea e il Piano per la transizione ecologica.

Impatto sui prezzi e sui consumatori

Con l’aumento dell’accisa, i consumatori potrebbero vedere un incremento di 1 o 1,5 centesimi per litro di diesel, mentre il prezzo della benzina potrebbe diminuire di pari importo. Questo meccanismo di bilanciamento porterà a un aumento del gettito per lo Stato, stimato in circa 165 milioni di euro all’anno, con un potenziale incremento complessivo di 1,1 miliardi di euro entro il 2030. Tuttavia, è importante notare che il gasolio, attualmente più venduto della benzina, potrebbe diventare meno conveniente nel lungo termine.

Esclusioni e considerazioni finali

È fondamentale sottolineare che l’aumento dell’accisa non riguarderà il gasolio utilizzato in agricoltura e i biocarburanti, che continueranno a beneficiare di aliquote ridotte. Inoltre, la Commissione finanze ha proposto di posticipare l’inizio dell’aumento a gennaio 2026, ma questa decisione dovrà essere confermata dal decreto interministeriale. Con l’implementazione di queste misure, il governo italiano si prepara a un cambiamento significativo nel panorama dei carburanti, con ripercussioni sia per i consumatori che per il settore del trasporto pubblico.

Leggi anche