Il GP di Abu Dhabi è stato probabilmente l'ultimo in F1 per Alonso. Rivediamo i numeri che lo hanno reso leggenda e analizziamo il suo futuro.
Argomenti trattati
Dopo 18 stagioni disputate da protagonista culminate con i due titoli mondiali vinti (2005 e 2006), Fernando Alonso ha deciso di chiudere, speriamo solo momentaneamente, la sua carriera in F1.
Probabile motivo della sua decisione risiede nella scarsa competitività della sua Mclaren coniugata con l’impossibilità di trovare un sedile in un team in lotta per il titolo. Ed è così che la F1 inaspettatamente ha perso un campione che ha deciso di proseguire altrove la sua carriera. Probabilmente Alonso lascia la F1 con un sacco di rimpianti, come ad esempio i mondiali del 2010 e del 2012 persi per un nulla.
Ma lascia anche con la consapevolezza di essere un campione assoluto capace di andare ben oltre le capacità del suo mezzo. Ed è proprio da questa consapevolezza che deve fondare il suo futuro.
Nonostante abbia vinto “solo” due titoli mondiali, Fernando Alonso è entrato tra le leggende della F1. Grazie a gare straordinarie ed una costanza di rendimento incredibile ha infiammato i cuori di milioni di fan ed ha segnato un’epoca di questo sport.
È infatti il secondo pilota con più Gran Premi disputati (312), appena dietro a Rubens Barrichello (323). È il pilota con più chilometri percorsi in gara in carriere (83882) ma soprattutto è il terzo pilota che ha conquistato più punti nella storia della F1. Ne ha appunto conquistati 1899 e si trova dietro a Vettel (2745) e Hamilton (3018). Oltre a questi numeri esiste un fattore umano. Il pilota di Oviedo è sempre stato protagonista di grandi rimonte e grandi sorpassi.
Sono proprio queste ultime due caratteristiche a rendere leggenda un grande campione.
Il futuro di Fernando Alonso è tutt’altro che certo, il pilota asturiano non ha infatti ancora ufficializzato il suo programma per la prossima stagione, limitandosi ad annunciare la sua partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis. Proprio quest’ultima gara è quella che gli manca per vincere la “Tripla Corona”, un premio non ufficiale riservato ai piloti che vincono il Gran Premio di Monaco, la 24h di Le Mans e appunto la 500 Miglia di Indianapolis che gli è sfuggita nel 2017 quando il suo motore (Honda) si ruppe mentre era in lotta per la vittoria.
Nel 2019 ci riproverà sperando di avere maggior fortuna. La 24h di Le Mans invece l’ha vinta proprio quest’anno alla guida della Toyota TS050. L’unico dettaglio non ancora svelato riguarda la motorizzazione che adotterà Nando per la 500 Miglia. Non è infatti ancora chiaro se Honda vorrà fornirgli il propulsore o se utilizzerà uno Chevrolet.
La domanda che molti appassionati si pongono è se sia o meno possibile rivedere Alonso in F1, e purtroppo ciò non è molto probabile.
Alonso ha infatti lasciato la F1 non perché non fosse più in grado di competere con gli altri piloti e nemmeno perché nessun team lo voleva, ma perché, a 37 anni compiuti, era stufo di guidare mezzi che non potevano garantirgli delle prestazioni sufficienti per poter lottare per le posizioni di vertice. Considerando che tutti i top team hanno già i sedili fissati per la prossima stagione e che molti giovani talenti si stanno mettendo in mostra, Alonso si è visto negata la possibilità di entrare in un team di vertice.
Se uno dei tre team di vertice dovesse offrirgli un contratto allora il suo ritorno diventerebbe possibile. In F1 può sempre accadere di tutto, ma è poco probabile che si possa liberare un top team nei prossimi anni. Con ogni probabilità il GP di Abu Dhabi è stato l’ultimo in F1 di Nando.