L’ex pilota Williams è sicuramente un simbolo positivo per l’Italia. La sua storia rappresenta un esempio per chi è in difficoltà e un modello per tutti quei giovani che ne cercano uno. Ripercorrere le strade di Alex Zanardi è un viaggio emozionante che non può lasciare indifferenti.
Alex Zanardi
Zanardi, nato a Bologna da famiglia povera (la madre era sarta mentre il padre era idraulico), coltiva la passione per i motori a 14 anni, quando, ormai a Castel Maggiore, il padre gli regalò il primo kart. Il resto è storia.
Tutti oggi conosciamo Zanardi, vincitore di diversi premi tra Formula1, Cart e Paraolimpiadi (conquistando quattro medaglie d’oro tra Londra 2012 e Rio 2016). Il suo esordio avvenne a Vado, nel lontano 1980. Si iscrisse dopo due anni i apprendistato alla categoria 100cc. Riuscì poi a trovare lo sponsor necessario per salire di categoria alla 100 Super. Cominciò così a partecipare alle prime gare internazionali. Nell’85 conquistò il titolo italiano vincendo tutte le gare, eccezion fatta per una sola, e si impose al Gran Premio di Hong Kong.
Passando da Formula3 prima e Formula 3000 poi, nel 1991 Zanardi approdò in Formula1 grazie ad Eddie Jordan. L’anno dopo il team irlandese si trovò però in una difficile situazione economica e dovette rinunciare al pilota che non portava sponsor di spessore. Nel ’93, dopo diversi lavori con Tyrrell, Briatore e Minardi fu ingaggiato dalla Lotus. In quell’anno però perse il posto per colpa anche di due incidenti, e dopo un anno di inattività si avvicinò alle Cart, con le quali ebbe i maggiori successi.
Zanardi incidente
Dopo il ritorno nella stagione 1999 in Formula1, nel 2000 si ricongiunse con Mo Nunn (ingegnere di Zanardi all’epoca delle vittoria in Cart), proprietario di una sua scuderia. Sin dalle prime gare si evidenziarono però diversi problemi, tra cui errori di strategia della squadra ed inconvenienti tecnici.
Il 15 Settembre 2001 a Lausitzring non vennero disputate le qualifiche per un violento acquazzone. Zanardi partì quindi ventiduesimo, ma nonostante ciò riuscì a recuperare posizione su posizione. Alex perse però il controllo della vettura e dopo un testacoda si intraversò sulla vista, dalla quale stavano arrivando ad alta velocità Patrick Carpentier e Alex Tagliani. Il primo riuscì ad evitarlo, il secondo no e lo scontro fu violentissimo: colpì perpendicolarmente la vettura all’altezza del muso, dove erano alloggiate le gambe, e la vettura si spezzò in due.
Zanardi parve subito in condizioni disastrose, l’impatto infatti gli aveva immediatamente amputato le gambe rischiando di morire dissanguato. Ricevuta anche l’estrema unzione dal cappellano della serie automobilistica venne caricato sull’elicottero e portato d’urgenza all’ospedale di Berlino. Qui rimase in coma famacologico per 4 giorni. Dopo 16 operazioni e sei settimane di ricovero Alex potè lasciare l’ospedale per cominciare la riabilitazione.
Alex Zanardi moglie
Daniela Zanardi, compagna di Alex dal lontano ’89, manager dell’atleta dal trasferimento in America, è la prima persona che il pilota ha visto al risveglio. Un grande matrimonio che va avanti dal 1996, anno in cui i due si sposarono. “Ricordo la voce di mia moglie Daniela arrivare celestiale come dall’altro mondo. Le ho risposto: non ti preoccupare, ne vediamo fuori”. Daniela è rimasta vicino ad Alex anche quando, nel 2003 Zanardi tornò a Lausitzring per portare a termine i 13 giri mancanti.
Zanardi libro
Volevo solo pedalare… Ma sono inciampato in una seconda vita
Uscito nel 2016, questo è il secondo libro di Zanardi. Scritto dall’amico “Gaspo”, ovvero il giornalista della Gazzetta Gianluca Gasperini, edito da Rizzoli.